mercoledì 15 febbraio 2017



  works/opere /installazione urbana
......e sarebbe davvero bello se la città immaginaria di Massimo, quella che prende forma da tutte le sue visioni, le sue invenzioni e le sue provocazioni, legate tra loro e animate dal filo conduttore dell’ “Unico Viaggio” della sua esperienza, potesse divenire spazio vivibile, come egli lo presenta nel suo Hangar 3.0, progetto vincente per la riqualificazione di Piazza del Popolo a Latina. Anche questa è una tappa essenziale e preziosa del viaggio di Massimo Palumbo, nella quale le soluzioni già sperimentate o intuite o anche semplicemente sognate si intrecciano in una visione aperta e innovativa generosamente donata alla sua città di adozione. La piazza, oggi sostanzialmente estranea alla autentica vita della città, diviene nel progetto uno spazio dinamico e insieme equilibrato, che si inserisce nel contesto con spiazzanti ma significative citazioni. Il ricordo della sua grande ruota di bicicletta, immaginata come oggetto incongruo sullo sfondo della nuova espansione urbana, si ritrova nel quadrato inclinato di Piazza del Popolo, allusione alle quadrature della Latina storica ma anche alle antiche misurazioni del territorio romano. Una proposta visionaria ma pienamente realizzabile, dove anche il segno familiare del portico viene riletto come invito ad uno spazio del tutto nuovo, percorso dalle tecniche audiovisive e interattive che trovano qui una  dimensione veramente sociale e in ultima analisi una loro appropriata bellezza.
Certamente quello di Massimo Palumbo è stato un unico, suggestivo viaggio che tuttora continua e che comunque non è stato facile : come tutte le avventure coraggiose ha incontrato conflitti e difficoltà, ostacoli e ripensamenti che egli ha affrontato come la sostanza stessa delle cose e della vita, che ha una sua resistenza e durezza e va ogni volta interpretata e adattata alle istanze profonde di chi vuole, come lui, immaginare e modificare, sognare e realizzare. Così, quando penso agli esiti del suo bel progetto Hangar 3.0, sento la voce di Massimo che dice : “Noi la nostra proposta l’abbiamo fatta. Ora tocca a loro.” E se “loro”, cioè le istituzioni, la cultura politica e i meccanismi amministrativi e decisionali accogliessero, con un atteggiamento illuminato che forse è utopistico richiedere, idee come quelle che Massimo ha espresso nel suo  straordinario, Unico Viaggio, forse, il nostro, potrebbe essere un paese migliore.
Andrea Lanini