giovedì 14 marzo 2013

con franco libertucci


con Franco Libertucci
1990

l'omaggio a Franco Libertucci : una scacchiera

  .............Un segno dalle diverse valenze:  ludico per i ragazzi del luogo desiderosi di usarlo, ma anche segno carico di simbologie, era la scacchiera vicina al "Palazzo".........mai nessun gioco è stato e sarà oggetto di tanta attenzione da parte dell'arte in tutte le sue forme, ed in particolare della letteratura, come gli scacchi. Quello degli scacchi, infatti, è un tema caro alla letteratura tanto antica quanto moderna come dimostra il fatto che autori di ogni tempo e luogo, hanno scritto e continuano a scrivere opere il cui tema centrale ruota intorno all'antico gioco di origine indiana, conosciuto in Persia e diffuso in Europa dagli Arabi tra il IX e il X secolo d.C.; quell'universo manicheo retto da rigide regole dove lo scontro tra il bianco e il nero incarna la metafora dell'eterna lotta tra il bene e il male, l'opposizione tra principi originari e contrari, simbolo dell'eterna contesa..........
 
Ma per me era anche l’oggetto che rimandava a Franco e ai suoi probabili scacchi, a Libertucci  scultore, uomo di grande cultura  e intelligenza, incompreso figlio di Casacalenda.!


 


palazzo delle poste a latina




“ ……l’incuria,
l’ignoranza degli uomini. Un frammento……per non dimenticare ”.


Proposta progettuale per un Museo d’Arte Contemporanea,
ex Palazzo delle Poste di Angiolo Mazzoni
a Latina

“littoria-latina: ieri,oggi…..domani.”
1994
architetto massimo palumbo
 

 
"......L'odioso e infame crimine perpetrato nei confronti del bell'edificio della Città della Scienza di Napoli dimostra, casomai ce ne fosse ancora bisogno, che cultura e bellezza rappresentano un binomio che fa paura alla criminalità. Dimostra, altresì, come la buona architettura possa simboleggiare e rappresentare il riscatto di una città, di un quartiere, esprimendo le sue energie migliori e più positive, le sue speranze di rinascita....».

Così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori sull'incendio che ha distrutto la Città della Scienza