mercoledì 9 ottobre 2024



                                                                                                                                                        PHOTO by Annamaria DeLuca


                                 LATINA e del futuro e della necessità che 

...si debba anche saper ridisegnare e reinterpretare alcuni spazi storici esistenti…. 

Interessante per alcuni versi e di qualche giorno fa la lettura su  Latina Oggi  dell’intervento del Consigliere Comunale Alessandro Porzi che dopo aver argomentato su Latina, Littoria sugli spazi pubblici della città, degni di salvaguardie, tutele -Unesco, aggiunge considerazioni su razionalismo, arte fascista ed aggiunge che ..non può esserci ne fascismo ne comunismo nell’arte… 

Sempre Porzi ci diche che …per guardare al futuro, si debba anche saper ridisegnare e reinterpretare alcuni spazi storici esistenti… L’intervento si chiude ricordandoci che …… bisogna svincolare il potere dall’arte, perché l’arte non ubbidisce al potere. L’arte al potere, insegna…. 

Abbiamo letto con interesse e non potevamo non commentare alcuni di questi passaggi.

Apparteniamo alla generazione che del dubbio ha fatto bandiera, quindi siamo portati a pensare e ripensare e pertanto è difficile abbracciare in convinzioni granitiche, argomenti complessi che hanno bisogno di approfondimenti, di pensiero lungo, per evitare di scadere in slogan. 

Di sicuro un passaggio del Consigliere Porzi lo facciamo nostro e non potrebbe essere diversamente  ….per guardare al futuro, credo che si debba anche saper ridisegnare e reinterpretare alcuni spazi storici esistenti…  Bene.  

Due righe potenti, importanti che sono le fondamenta, le basi di qualsiasi cosa si desideri fare. Vale  come metodo in genere e ancora di più dovrebbe valere  per la nostra città.  Latina è ibernata, a volte impaurita per tutto quello che è il nuovo e per il senso delle sovrapposizioni inevitabili che non sa  cosa siano. Lo sguardo di chi ha vissuto Latina è stato segnato da una educazione che ha portato  a pensare che tutto è nato sul nulla e che è difficile andare oltre. La non conoscenza della storia e del senso della storia porta a non considerare che anche il nostro vissuto è l’ultimo layer di tanti altri che ci sono stati e che ci saranno. Da qui il rifiuto del nuovo. 

Una città come la nostra, in un contesto come quello che viviamo è scarsamente interessata al futuro, e risulta perennemente votata a guardarsi indietro. Questa la realtà dell’oggi.  In un clima del genere il meglio che può capitare, è che  il pensiero ti porti  alle pensiline aeree della stazione di Angiolo Mazzoni, o agli orologi della stessa Stazione Ferroviaria o della Posta Centrale  o ancora per chi le ricorda, alle pompe di benzina del garage Ruspi....tutti segni e simbologie che raccontano di una certa modernità  che nell'architettura degli anni trenta, rappresenta le atmosfere del primo Novecento  Italiano ma anche le sensazioni e le suggestioni che portano a noi i segni e le suggestioni di quella contemporaneità.   Questo ieri. 

Ma oggi quale il sapore dell’oggi. In che modo la nostra contemporaneità si esprime?? E dove. Esiste un luogo, uno spazio pubblico che rappresenti i desideri e rappresenti chi siamo oggi?

Come andare oltre.  Possiamo a ragione dire che non va sottovalutato mai il valore dell’arte nel relazionarsi con i luoghi, con l’architettura, con il costruito  e significative possono essere le riflessioni sullo spazio pubblico inteso come complesso di relazioni nel quale l’arte può costituire un veicolo di azione culturale e politica.  La città ha bisogno di stimoli alternativi, fantasie d'impresa, cittadinanze attive, rapporti nuovi con la natura, l'ambiente, riscoperta di tradizioni e culture profonde che potrebbero mettere in moto occasioni di rigenerazione o quello che alcuni chiamano "nuovo umanesimo". Necessario, indispensabile il rapporto tra cultura e politica fra arte  società.

Abbiamo bisogno di progetti visionari e capaci di interpretare i sogni di chi vive Latina. Un progetto che dovrà essere capace di immaginare il futuro. Oggi serve un progetto che sia in grado di stimolare il desiderio di esserci, di raccontarci in quanto cittadini di questo territorio.

Chi ci conosce sa che ci abbiamo provato sempre e segnali nel tempo ne sono stati inviati e  più di uno. Tra le diverse proposte che parlavano di nuovo, non posso non ricordare HANGAR 3.0 del 2012 , che apriva la relazione in questo modo ed era per il Concorso Nazionale di idee ‘l’isola’ progetto di riqualificazione della Piazza del Popolo a Latina:

                       … Ottanta anni dopo, ed è tempo per riflessioni e sguardi visionari, tempo per nuovi segni capaci di rilanciare il messaggio della modernità rappresentato proprio all’inizio del secolo scorso, dalla fondazione delle città nuove. Latina, una volta palude, è città impostata per assi, per quinte, con isolati aperti: valori urbani da riaffermare e proprio su questi riannodare discorsi capaci di poter aprire a nuovi scenari per poter costruire la città sulla città.…   

Ma il nostro Consigliere Comunale va oltre e ci ricorda che…. si debba anche saper ridisegnare e reinterpretare alcuni spazi storici esistenti….e ancora ….la rilettura di tutto lo spazio circostante creando una nuova piazza dei Bonificatori riportando a nuova vita il Palazzo delle Poste di Angiolo Mazzoni.

Confessiamo, restiamo un attimo stupiti un po' storditi…facciamo confusione o forse non abbiamo capito. Va detto che queste espressioni che pur condividiamo, sono bestemmie per chi in città da sempre ha congelato  i cervelli di chi vive il territorio... 

Si caro assessore bisogna andare oltre, ne abbiamo l’obbligo, non si può rinunciare. La ricerca del nuovo è vita e va ricercata sempre  e questo del Centenario è un passaggio troppo importante.  Abbiamo bisogno di una sintesi in equilibrio tra tradizione, storia e innovazione, ma anche occasione per aprire un discorso culturale   capace di leggere ed esprimere i valori della contemporaneità e di rilanciare il messaggio della modernità, proprio quello, rappresentato all’inizio del secolo scorso, dalla fondazione delle città nuove...

Oggi poi, l'ironia della storia che vede Littoria più moderna di Latina e ci  chiediamo: sono queste occasioni per sogni, per utopie?  No urge fare sistema intorno a quanto vorremmo che fosse un futuro possibile per la nostra città. Una città oramai adulta capace di reinventarsi nel segno della sua storia e capace di stratificare pensieri nuovi e sguardi capaci di intravedere possibilità di futuro e dare orgoglio ed appartenenza a chi la vive.

Prima di chiudere, tornando all’intervento del Consigliere Comunale Alessandro Porzi, due cose  però vanno dette.

L’ Architetto Frezzotti autore del primo PRG di Littoria Latina, nel dopoguerra è stato Consigliere Comunale tra le file del MSI e in commissione Edilizia, cui era componente poco o nulla fece per evitare la demolizione di parte dell’edificio Postale del Mazzoni, e della famosa scala magnificata da Marinetti.

Poi ancora una cosa va precisata. Ricordo che diversi anni fa contribuii alla buona riuscita di un Convegno: Latina razionalista si / Latina Razionalista no,  presente per il DOCOMOMO l’architetto Rosalia Vittorini.  In quella occasione furono chiariti diverse cose: Latina non è città Razionalista. Latina sicuramente è citta del Novecento  e  come fosse un grande catalogo esprime  i tanti, i diversi  linguaggi del costruire del Novecento Italiano. 

Non sappiamo se il consigliere Alessandro Porzi leggerà mai questa nota… Non abbiamo il piacere di conoscerci,  se dovesse imbattersi un questo scritto, gli inviamo i nostri saluti, gli auguri di buon lavoro, e il grazie per averci dato degli spunti per poter riflettere su argomenti che interessano la  nostra città .

Massimo Palumbo

9.10.2024