"....il filo"
...la poetica del “filo” di cotone, viene utilizzata come metafora del
“segno”,
con le sue innumerevoli valenze prima tra tutte
l’esistenzialità e libertà del “segno-filo”
“segno-materia”
una poetica che imprime nell’arte italiana un capovolgimento che ha interessato i maggiori critici del momento,
da Argan a Bucarelli, da Sheiwiller a Vivaldi a Crispolti, da Calvesi a Menna ,a Ponente, da Maltese a Montana....
la valutazione critica storica lo vede interprete di primo piano nella storia delle avanguardie artistiche degli anni Sessanta....
“…..creatore di un nuovo linguaggio dell’arte che ha rivoluzionato l’orizzonte della ricerca artistica del nostro tempo….(G.C.Argan…) “
"...il filo"
GRAZIE ACHILLE....
........improvvisamente
alla mente tornano i momenti in cui partivo da casa, per essere a Termoli in occasione del Premio. Premio che da solo e
per passione andavo a vedere a diciassette, diciotto anni. La formazione di
scuola liceale era limitata al quadro, al pittore, ai classici ma gli anni
sessanta raccontavano altre cose e queste tutte fuori dalle aule scolastiche.
L’Arte Contemporanea per me era una scoperta, al Premio Termoli di Achille Pace
e una serie di layer si sovrappongono nella mia testa, ricordi che riguardano quanto so di Pace e questo mentre mi avvicino
al soggiorno della sua residenza estiva, ricevuto dalla sua signora. Una casa
semplice, modesta direi. Fa caldo, lui arriva. Grande cordialità mentre spiego i
motivi della mia presenza. Casacalenda, i miei interessi, le curiosità, la mia
stima per il maestro Pace e per il Premio Termoli. E poi questa volontà di gettare
un seme a Casacalenda, un’ambizione, un desiderio non più nascosto, oramai
dichiarato, che non sappiamo se avrà fiato, se avrà storia. Racconto che vivo a
Latina e del mio legame fatto di radici
ma anche professionale con Casacalenda
ed il perché di questo progetto che guarda alla contemporaneità e all’arte. Lo
vedo stupito ed interessato......
da lo SPAZIO il TEMPO…l’UTOPIA maack caso studio
Editore Palladino 2021
MAACK
Museo all'Aperto d'Arte Contemporanea Kalenarte
Galleria Franco Libertucci
Sala
"il filo di Achille Pace"
Casacalenda_Molise
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Achille Pace (Termoli 1923- Roma 2021 ) Nel 1935 si trasferisce a
Roma. Conosce Giulio Turcato col quale inizia un’amicizia che durerà fino
alla scomparsa dell’artista veneziano. Nel 1941 Pace entra in contatto con i maestri della Scuola
Romana : Scipione, Mafai, e tra il 1947
e il 1948 frequenta assiduamente
gli artisti legati al “ realismo sociale“, da Guttuso a Mirabella, da Calabria
a Cagli, a Marotta. Gli anni Cinquanta
lo trovano profondamente coinvolto nelle ricerche informali
che egli affronta e persegue con introspezione
ed intuito. Risente
dell’influenza dei maestri
dell’arte tedeschi , russi e francesi.
Un periodo in Svizzera nel 1955 consente a Pace di vedere
da vicino e studiare le opere
degli espressionisti tedeschi, l’Astrattismo di Klee e gli elementi costruttivi
di Cézanne. Pace trae linfa vitale per la sua personale elaborazione pittorica del colore ed approfondimento delle teorie sul segno.
Espone nel 1958 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma invitato da Argan e Bucarelli che già ne
hanno intravisto motivi di approfondimento e di
ricerca. La poetica del “filo” di cotone che Pace tuttora
persegue viene utilizzata come
metafora del “segno”, con le sue innumerevoli valenze prima tra tutte l’esistenzialità e libertà
del “segno-filo” “segno-materia”
una poetica che imprime nell’arte italiana
un capovolgimento che ha
interessato i maggiori critici del momento, da Argan a Bucarelli, da Sheiwiller a
Vivaldi a Crispolti, da Calvesi a Menna ,a Ponente, da
Maltese a Montana. Generosa la valutazione
critica storica che lo vede interprete di primo piano nella storia delle
avanguardie artistiche degli anni
Sessanta attribuendogli il titolo di “…..creatore di un nuovo linguaggio dell’arte
che ha
rivoluzionato l’orizzonte della
ricerca artistica del nostro tempo….(G.C.Argan…) “ E’ fondamentale l’attenzione al filo , in questo contesto, come mezzo
e tentativo di “superamento
dell’informale”. Achille Pace
istituisce a Termoli la Galleria Civica d’Arte Contemporanea, sede storica del
Premio Termoli del quale è fautore e guida
per oltre cinquant’anni della sua vita. Un Premio diventato di
importanza, prima nazionale e poi internazionale, al quale la stessa Palma
Bucarelli con Giulio Carlo Argan hanno collaborato, partecipandovi sin dal
1962. Achille Pace con Uncini, Frascà,
Santoro e Carrino formerà alla fine del 1962 il Gruppo Uno che si proponeva, attraverso il
superamento delle correnti informali che imperavano negli Anni Sessanta
del Novecento la ricostituzione in termini razionali dei linguaggi visivi attraverso una ricerca
estetica.