"....il filo"
...la poetica del “filo” di cotone, viene utilizzata come metafora del
“segno”,con le sue innumerevoli valenze prima tra tutte
l’esistenzialità e libertà del “segno-filo”
“segno-materia”
una poetica che imprime nell’arte italiana un capovolgimento che ha interessato i maggiori critici del momento,
da Argan a Bucarelli, da Sheiwiller a Vivaldi a Crispolti, da Calvesi a Menna ,a Ponente, da Maltese a Montana....
la valutazione critica storica lo vede interprete di primo piano nella storia delle avanguardie artistiche degli anni Sessanta....
“…..creatore di un nuovo linguaggio dell’arte che ha rivoluzionato l’orizzonte della ricerca artistica del nostro tempo….(G.C.Argan…) “
Achille Pace (Termoli 1923- Roma 2021 ) Nel 1935 si trasferisce a Roma. Conosce Giulio Turcato col quale inizia un’amicizia che durerà fino alla scomparsa dell’artista veneziano. Nel 1941 Pace entra in contatto con i maestri della Scuola Romana : Scipione, Mafai, e tra il 1947 e il 1948 frequenta assiduamente gli artisti legati al “ realismo sociale“, da Guttuso a Mirabella, da Calabria a Cagli, a Marotta. Gli anni Cinquanta lo trovano profondamente coinvolto nelle ricerche informali che egli affronta e persegue con introspezione ed intuito. Risente dell’influenza dei maestri dell’arte tedeschi , russi e francesi. Un periodo in Svizzera nel 1955 consente a Pace di vedere da vicino e studiare le opere degli espressionisti tedeschi, l’Astrattismo di Klee e gli elementi costruttivi di Cézanne. Pace trae linfa vitale per la sua personale elaborazione pittorica del colore ed approfondimento delle teorie sul segno. Espone nel 1958 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma invitato da Argan e Bucarelli che già ne hanno intravisto motivi di approfondimento e di ricerca. La poetica del “filo” di cotone che Pace tuttora persegue viene utilizzata come metafora del “segno”, con le sue innumerevoli valenze prima tra tutte l’esistenzialità e libertà del “segno-filo” “segno-materia” una poetica che imprime nell’arte italiana un capovolgimento che ha interessato i maggiori critici del momento, da Argan a Bucarelli, da Sheiwiller a Vivaldi a Crispolti, da Calvesi a Menna ,a Ponente, da Maltese a Montana. Generosa la valutazione critica storica che lo vede interprete di primo piano nella storia delle avanguardie artistiche degli anni Sessanta attribuendogli il titolo di “…..creatore di un nuovo linguaggio dell’arte che ha rivoluzionato l’orizzonte della ricerca artistica del nostro tempo….(G.C.Argan…) “ E’ fondamentale l’attenzione al filo , in questo contesto, come mezzo e tentativo di “superamento dell’informale”. Achille Pace istituisce a Termoli la Galleria Civica d’Arte Contemporanea, sede storica del Premio Termoli del quale è fautore e guida per oltre cinquant’anni della sua vita. Un Premio diventato di importanza, prima nazionale e poi internazionale, al quale la stessa Palma Bucarelli con Giulio Carlo Argan hanno collaborato, partecipandovi sin dal 1962. Achille Pace con Uncini, Frascà, Santoro e Carrino formerà alla fine del 1962 il Gruppo Uno che si proponeva, attraverso il superamento delle correnti informali che imperavano negli Anni Sessanta del Novecento la ricostituzione in termini razionali dei linguaggi visivi attraverso una ricerca estetica.