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venerdì 24 febbraio 2023

la piazzetta degli scacchi, censimento

 






We present the third of the  three projects selected in the "Italian architectural census from 1945 to today", promoted by the Directorate General Contemporary Creativity of the Ministry of Culture.

Questo il terzo dei tre progetti selezionati nel "Censimento architetture italiane dal 1945 ad oggi", promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

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La scheda è a cura di Mario Morrica  responsabile scientifico. Questo il link

https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/scheda-opera?id=5001


galleria d'arte contemporanea, censimento

 






We present the second of the  three projects selected in the "Italian architectural census from 1945 to today", promoted by the Directorate General Contemporary Creativity of the Ministry of Culture.

Questo il secondo dei tre progetti selezionati nel "Censimento architetture italiane dal 1945 ad oggi", promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

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La scheda è a cura di Mario Morrica  responsabile scientifico. Questo il link

https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/scheda-opera?id=5001




martedì 21 febbraio 2023

il palazzo comunale, censimento




 We present the first of the  three projects selected, Massimo Palumbo Architect,  in the "Italian architectural census from 1945 to today", promoted by the Directorate General Contemporary Creativity of the Ministry of Culture.

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Questo il primo dei tre progetti selezionati, Massimo Palumbo Architetto, nel "Censimento architetture italiane dal 1945 ad oggi", promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

La scheda è a cura di Mario Morrica  responsabile scientifico. Questo il link:

https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/scheda-opera?id=5002


venerdì 17 febbraio 2023

casa lasala a latina

 












CASA   LA SALA

1970 /1974

Latina

Antonio D'Erme

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https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/scheda-opera?id=3664

Il Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, è una mappatura dell’architettura contemporanea realizzata mediante attività di selezione e schedatura di edifici e di aree urbane significativi e di diffusione e valorizzazione dei risultati attraverso una piattaforma web dedicata

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Il “Bunker”, ovvero, Casa Lasala: una responsabile avventura.

Loredana Lasala


Solo un anno prima si era rivolto all’azienda di famiglia per stampare i biglietti da visita: “Antonio D’Erme – Architetto …”.

Un pezzettino di carta la cui originalità rivelò subito le caratteristiche e le potenzialità di quel giovane progettista e convinse mio padre ad affidargli la trasformazione di quella tipografia nel centro della città in uno spazio moderno ed efficiente.

Di lì al conferirgli l’incarico della progettazione della “casa dei sogni” il passo fu breve. Era l’inizio degli anni ’70 e la fiducia nel futuro, ancora, consentiva, pur a non più giovanissimi imprenditori, di investire nella qualità e, perché no, nel prestigio di aziende e famiglie.  Noi figli si era solo dei ragazzi. Tonino una sorta di fratello maggiore. E la casa che nasceva sotto i nostri occhi impreparati era un fenomeno affascinante reso ancor più eccitante dalla sua personalità di tranquillo ma inarrestabile vulcano. Veniva nel nostro appartamento di via F.lli Bandiera, dove viveva qualche piano più sotto, con i suoi disegni e i plastici straordinari che ci facevano vedere dove e come saremmo vissuti di lì in poi. Il passo quasi saltellato di chi non riesce a star fermo - più per eccesso di energia che per inquietudine -  il sorriso dei suoi occhi dolce-acuti; sempre lieve e ottimista (non credo di averlo mai visto arrabbiato). In fondo, non lo si poteva contraddire. Purtroppo, però, con il primo progetto, sforò il budget di troppo per potergli consentire di realizzare le sue ‘visioni’: doppie altezze, rampe elicoidali che distribuivano le stanze a vari livelli: uno splendore. Fu il primo ed unico rifiuto che i committenti gli opposero.

     Dovette ripiegare su una versione semplificata, ridimensionata ma non mortificata: il genio e la cultura dell’architetto emersero comunque da quello che si era trasformato in un elementare quanto ‘pensato’ parallelepipedo di cemento dalle proporzioni perfette. 

     La facciata scalpellinata, gli elementi emergenti dei comignoli ellittici e del solarium semicircolare, la giustapposizione di pieni e vuoti, le inclinate, i colori e una serie di dettagli tutti da scoprire, avevano creato un oggetto architettonico essenziale nelle linee ma fortemente plastico: una scultura di pietra (artificiale) e colore, di silenziosa eleganza, nel piatto paesaggio della campagna di Latina che non lascia rimpiangere la prima versione.

     Le Corbusier, Terragni, Rudolph, Mies, Mondrian: evocati e riletti nell’interpretare un castello medioevale scozzese; (1) con la rampa di accesso che allude a un ponte levatoio. (2)

     Aveva studiato Tonino e capito - come pochi - quei maestri del novecento che d’un colpo avevano spazzato via orpelli e retorica dall’abitare e dal costruire. Senza restarne schiavo, da discepolo troppo ossequioso, ma traducendone la lezione in un prodotto originale e sensibile.

     La prima notte nella casa fu un’esperienza di quelle che non si dimenticano. Il silenzio innaturale, rotto solo dal canto degli uccelli notturni, agitava profondamente. I lucernari, sapientemente disposti a segnare percorsi e a disegnare fondali, lasciavano entrare la luce bianca della luna in un gioco di geometriche ‘presenze’; gli spazi fluenti al punto da confondere (non fu facile trovare il frigo). Non potei dormire.

     Non era una casa, quella, era una dimensione esistenziale nuova che giorno dopo giorno si rivelava e si impossessava di te.

Tutto invitava alla meditazione e alla contemplazione ma allo stesso tempo ti spingeva ad esplorare, incuriosiva, sorprendeva.

     Posso dire che l’esperienza di quegli spazi fu davvero una rivoluzione. La “pianta libera”, l’intimo rapporto con la natura circostante, concesso dalle generose vetrate, le visuali a sorpresa, mutevoli ad ogni passo, ad ogni ora, ad ogni stagione - che ancora oggi mi danno la sensazione di ‘passeggiare’, quando sono in casa - mi hanno ri/educato incidendo profondamente nelle mie categorie. Piazza pulita di tutto il conosciuto/subito; fine dell’ordine stabilito. Almeno quello di porte e finestre, stanze e corridoi a cui, la maggior parte  di noi, Italiani-classe media-di provincia, ci eravamo fino ad allora adattati e sottomessi.


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1) Il  riferimento a tale fonte di ispirazione è dello stesso Tonino D’Erme.

2) La rampa  era stata una precisa richiesta della proprietaria in prospettiva di una vecchiaia funestata da possibili disabilità.

     Il cambiamento era nell’aria. C’era stato il ’68; poi vennero il’73 e il’78. Anni di cambiamenti profondi di cui Tonino aveva colto il portato migliore: la freschezza e l’autenticità di una libertà più consapevole: la responsabile avventura di una nuova e sconosciuta libertà, una libertà non violenta. (3)

     Solo gentilezza, nessuna aggressività, elegante rigore, non disordine mentale: questa era l’espressività di Tonino. Questo traspare ancora in ogni curatissimo dettaglio. Una cura che ne fa un’opera di altri tempi. Un’opera uscita dalle mani e dal cuore, oltre che dalla matita più o meno grassa dell’architetto-artigiano-artista. Nessuna operazione di copia-incolla. Databile, non datata; con tutto il fascino e la freschezza delle cose frutto di pensiero nobile. Oltre che di talento.

     Nulla o quasi è stato cambiato; nessun abuso, nessuna manomissione: la creazione è stata rispettata e amata al punto da far esclamare ad un noto storico in visita: “Bisogna che un notaio documenti tutto ciò. Tutto questo deve essere messo a verbale e sigillato…”, o giù di lì. Una boutade in linea con il personaggio, una provocazione (francamente, ancora oggi ho solo una vaga idea, e mi sfugge pure, di quello che volesse dire).

     Ma  la casa è davvero, ancora, l’espressione fedele del genio dell’architetto (lo si lasciò lavorare assecondandolo in tutto) e del suo tempo.

     Non senza problemi. La crisi energetica esplose quasi senza preavviso e solo qualche domenica dopo la conclusione dei lavori l’Italia andava a piedi. La tecnologia e i materiali non convenzionali, usati per realizzare una “scultura da abitare”, non avevano fatto i conti con il gasolio alle stelle e la dispersione termica, inevitabile in ambienti così ‘fluidi’, non circoscritti e così ampiamente vetrati,  rese il quotidiano degli abitanti piuttosto complicato nel tempo. Le tonnellate di ferro e cemento impiegati furono uno spreco indicibile: ci si sarebbe potuta costruire una palazzina di diversi piani. E poi il cemento a vista, con i ferri più superficiali che gonfiano e spaccano. 

 3) Per questo, “Gas”, il film di recente ambientato (fortuna, solo alcune scene) nella casa, non rende merito al suo spirito.

 Serviva una casa anni ’70 per una storia ambientata a Latina che la famiglia, ignara dei contenuti, ha concesso per favorire un giovane regista concittadino. 

E’ giusto parlarne perché questa non sia solo un’occasione di postuma piaggeria ma momento di riflessione; e ripensamenti se necessario. Personalmente sono in grado di comprendere e accettare. Qualunque cosa. Il premio, in bellezza, è irrinunciabile e ripaga. 

E’ questione di scelte: perdite, fatica; ogni  innovazione ne richiede. E se non ci annoia un'altra considerazione, ricordiamo come la ben più nota e prestigiosa “Casa sulla Cascata” – di F. L. Wright – dovette essere abbandonata per l’incessante e, ad un certo punto, insopportabile rumore dell’acqua. Un’audacia, un errore di valutazione progettuale che tuttavia continua a regalarci poesia e meraviglia.

     Audacia che ha fatto sì che si possa gustare, nella casa Lasala, un’atmosfera unica, autentica, ancora estremamente stimolante. I visitatori, a distanza di più di trent’anni, ne restano ammaliati. Forse più di allora quando, non proprio affettuosamente, era nota come “il bunker”. Ma erano tempi diversi; non eravamo pronti a tanta “brutalità” (4) e per la prima volta, dopo anni di pace, si respirava un’aria minacciosa: quella del “Golfo”. 

     Oggi, qualche artista, ma non solo,  la sceglierebbe volentieri come dimora o dichiara di voler cambiare tutto della propria dopo tale esperienza estetica. Qualcuno ne rileva il tocco di surrealismo, forse il più stridente in tanta coerenza: la presenza dei proprietari. Sorprende questa coppia di 87 e 81 anni in tanta attualità. Una coppia di ‘giovani’ pionieri che hanno creduto nell’Architettura Moderna e, soprattutto, in un Architetto.

4) L’opera si può definire “brutalista” (da béton brut) per l’uso del  cemento a vista



giovedì 16 febbraio 2023

censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

 

Il Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, è una mappatura dell’architettura contemporanea realizzata mediante attività di selezione e schedatura di edifici e di aree urbane significativi e di diffusione e valorizzazione dei risultati attraverso una piattaforma web dedicata


Palazzo Comunale Municipio 

Casacalenda_Molise 

1982

Galleria Civica d'Arte Contemporanea Franco Libertucci

Casacalenda_Molise

2013

"La Scacchiera"  

Casacalenda_Molise

1992



domenica 27 novembre 2022

Censimento nazionale architetture italiane secondo Novecento_3


SPAZIO PUBBLICO

ARCHITETTO MASSIMO PALUMBO

"piazzetta degli scacchi, omaggio a Franco Libertucci"

1992


Casacalenda_ Campobasso

Massimo Palumbo


1989- 1992
Spazio pubblico
"piazzetta degli scacchi, omaggio a Franco Libertucci"

Censimento nazionale delle architetture italiane del secondo Novecento nella Regione Molise.
L’individuazione delle architetture e delle aree urbane è stata effettuata secondo la metodologia definita dalla DGCC (art. 4,CdR). 

.....La ricognizione ha cercato inoltre tra le architetture di interesse comune di maggior pregio architettonico e storico culturale per la Regione. Casi di notevole interesse non soltanto dal punto di vista formale del linguaggio architettonico, infatti, rivestono un ruolo conformativo determinate sul paesaggio urbano, territoriale e sociale. Il presente aggiornamento tiene conto dei risultati della ricerca archivistica effettuata presso gli Enti preposti e gli studi professionali degli stessi autori, rispetto all’elenco precedentemente prodotto in data 16/07/2022. 




" piazzetta degli scacchi " 
adiacente al
Palazzo Comunale di
 Casacalenda 
(1989-1992) 

Dalla relazione illustrativa del progetto. 

“La scacchiera“. Lo spazio è un luogo abbandonato adiacente al Palazzo Comunale; l’occasione quella di bonificare un area centrale, creare un accesso secondario  ma altrettanto importante e significativo agli uffici comunali, ingresso utile anche ai portatori di handicap.
Il progetto è parte integrante di una progettazione più vasta che l’Amministrazione Comunale di Casacalenda mise in essere intorno agli anni 1988-1990, che va sotto il nome di Arredo urbano.
Il progetto della “Piazzetta degli Scacchi”, è l’occasione che si pone al progettista impegnato nella ricerca del “genius loci”  ed è anche  occasione per un omaggio a Franco Libertucci artista e scultore, nativo di Casacalenda, che negli ultimi anni di attività pensava di realizzare veri scacchi a dimensione umana da giocare e da realizzare in bronzo o alluminio. Pensava a pregiatissimi parallepipedi a base quadra. 
Il tutto come da progetto derivavano dalla scomposizione di un più grande cubo dove si trovavano incastrate le figure. 
...Re Regine, Alfieri Torri, Cavalli si raggruppano da prima selezionandosi cioè 4 pedine di ogni figura compongono un cubo, poi nella mischia, i lottanti  sui scontrano ricostituendo il cubo che appare ora con forme diverse. I pedoni, ulteriori sottomultipli delle figure , intervengono numerosi a combattere la battaglia...”
Il luogo dello scontro è la “Scacchiera” e può trasformarsi nello spazio–città. E’ stato per me progettista di quel microspazio occasione per intervenire in modo discreto, minimale. Inserirsi e non disturbare l’ambiente, il luogo. Ma anche occasione per rendere omaggio ad un grande artista. Con gli scacchi si sarebbe conclusa, e purtroppo non è stato, la partita mai terminata fra Libertucci e lo spazio. 
“La Scacchiera”  come vuoto, come spazio, dove spazio è tempo, tempo è luogo, luogo è memoria. 

Il progetto evidenzia il suo programma sulla base di relazioni dialettiche con l'ambiente e si propone come fine quello di determinare sia i principali rapporti fra volumi edilizi, che la elaborazione di un linguaggio non in contrasto con quello dell’ambiente in cui si inserisce, ma che in qualche maniera assecondi e lo reinventa. 

IL PROGETTO. 
Individuare dei percorsi, delle trame, dei tracciati, con l'intento di creare un tessuto connettivo capace di ricucire le diverse situazioni, le emergenze, i segni, i simboli di ieri e di oggi. Questo è stato sin dall'inizio, l'obiettivo che ci si è posti. 
L’Arredo Urbano, non come “Maquillage” fatto di panchine od altri oggetti da stendere sul territorio, ma un’occasione irripetibile per valorizzare il momento progettuale per una storia della comunità, in parte scritta, sui muri, sopra i selciati, nei vicoli, sulle pietre ed in parte da scrivere, lungo questi percorsi individuati, con il coinvolgimento di tutta la comunità. 
"La storia della comunità, la storia di tutti i giorni, fatta di piccole e grandi cose: la storia del microcosmo quotidiano: la terra, l'acqua, il sole, la luna, il cielo, la storia che ci racconta il vivere quotidiano fatto di lavoro, di svago; la storia raccontata dai simboli, dai segni; la civiltà contadina, di ieri e di oggi; l'emigrazione di ieri e di oggi; i suoi drammi, i dolori, le lacerazioni, le speranze... 
Sono questi i momenti significativi che appunto lungo questi percorsi ideali potrebbero essere raccontati, coinvolgendo la comunità intera a scrivere la propria storia sui muri, sulle pietre di questi percorsi. 
"Arredo Urbano"...... allora, come momento importante per ridisegnare il proprio habitat; ridisegnarlo anche per tessere separate tra loro, ma facente parte di un discorso unitario, ricucito appunto da questi "percorsi ideali” e reali. In quanto strade vere che collegano le emergenze del territorio. 
Ed è appunto lungo queste vie, lungo questi percorsi, che troveremo dei luoghi, dei NODI, dei punti focali di interesse particolare cui andremo di volta in volta ad inserire o ricercare dei significati da dare o da rievocare. In questi NODI troveremo un segno, un simbolo, un murales, una scultura, una fontana o altro, capaci a darci la lettura di uno stralcio di vita della nostra comunità. 

Aprile1989.
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Nota: l’anno dopo, il  1990 è l’anno di Kalenarte . Dal 1992 si comincerà  a parlare di Kalenarte come Museo all’Aperto, poi dopo sarà il MAACK.  


https://stagecensimento.cultura.gov.it/ricerca-opere
https://stagecensimento.cultura.gov.it/scheda-regione?regione=Molise









2022


Censimento nazionale architetture italiane secondo Novecento_2

 

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Il Censimento nazionale delle architetture italiane del secondo Novecento è una mappatura dell'architettura contemporanea che nasce per promuoverne la conoscenza e la valorizzazione. Esso consente di individuare le architetture di interesse su tutto il territorio nazionale tramite una piattaforma web interattiva.

GALLERIA FRANCO LIBERTUCCI

intervento sul costruito: interventi sul patrimonio edilizio esistente

1997_2007

ARCHITETTO MASSIMO PALUMBO

Casacalenda Campobasso

Palazzo Comunale

Via Emilio De Gennaro, 83

Galleria Civica d'Arte Contemporanea 

Franco Libertucci

intervento sul costruito: allestimento interno, interventi sul patrimonio edilizio esistente

1997_2007







Censimento nazionale delle architetture italiane del secondo Novecento nella Regione Molise.
 2022

L’individuazione delle architetture e delle aree urbane è stata effettuata secondo la metodologia definita dalla DGCC (art. 4,CdR). 

.....La ricognizione ha cercato inoltre tra le architetture di interesse comune di maggior pregio architettonico e storico culturale per la Regione. Casi di notevole interesse non soltanto dal punto di vista formale del linguaggio architettonico, infatti, rivestono un ruolo conformativo determinate sul paesaggio urbano, territoriale e sociale. Il presente aggiornamento tiene conto dei risultati della ricerca archivistica effettuata presso gli Enti preposti e gli studi professionali degli stessi autori, rispetto all’elenco precedentemente prodotto in data 16/07/2022. 



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2022

https://stagecensimento.cultura.gov.it/ricerca-opere
https://stagecensimento.cultura.gov.it/scheda-regione?regione=Molise


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giovedì 24 novembre 2022

Censimento architetture italiane secondo Novecento _1







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Il Censimento nazionale delle architetture italiane del secondo Novecento è una mappatura dell'architettura contemporanea che nasce per promuoverne la conoscenza e la valorizzazione. Esso consente di individuare le architetture di interesse su tutto il territorio nazionale tramite una piattaforma web interattiva.

https://stagecensimento.cultura.gov.it/ricerca-opere
https://stagecensimento.cultura.gov.it/scheda-regione?regione=Molise



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  PALAZZO COMUNALE DI CASACALENDA
1982

ARCHITETTO MASSIMO PALUMBO

Censimento nazionale delle architetture italiane del secondo Novecento nella Regione Molise.
2022

L’individuazione delle architetture e delle aree urbane è stata effettuata secondo la metodologia definita dalla DGCC (art. 4,CdR). 

.....La ricognizione ha cercato inoltre tra le architetture di interesse comune di maggior pregio architettonico e storico culturale per la Regione. Casi di notevole interesse non soltanto dal punto di vista formale del linguaggio architettonico, infatti, rivestono un ruolo conformativo determinate sul paesaggio urbano, territoriale e sociale. Il presente aggiornamento tiene conto dei risultati della ricerca archivistica effettuata presso gli Enti preposti e gli studi professionali degli stessi autori, rispetto all’elenco precedentemente prodotto in data 16/07/2022. 



AULA CONSILIARE
particolari



Casacalenda_Campobasso
Corso Roma

Massimo Palumbo 
Palazzo Comunale di Casacalenda
 1982
edificio pubblico
interventi di recupero e trasformazione di edifici esistenti



Palazzo Comunale di Casacalenda

1982
AULA CONSILIARE 
COPERTURA





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Alcune considerazioni a margine del progetto.
Un progetto bocciato dal geometra comunale, un'occasione minimale, come altre per tentare di fare architettura, da vivere come momento irrinunciabile di poesia per un  luogo : uno spazio che deve dare emozioni.
Il plastico biancore mediterraneo, la luce, la leggerezza, lo spazio e il rapporto costante dell’uomo che vive il luogo: l’architettura sempre sottintesa come mezzo per amplificare l’azione dell’uomo, ed intensificare la sua esperienza quotidiana.
L’alzato e la pianta che vivono in continua tensione il pieno e il vuoto, spazi positivi e negativi. 
La semplicità, come dominio della complessità e delle contraddizioni , quando nello specifico una nuova struttura si confronta con quello che la precede e la circonda. Il far si che anche operando intorno ad un architettura minima la sfida è sempre quella di rendere un senso di grandezza al tema progettuale che ci troviamo sul tavolo da disegno. 

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“ ...all’Architettura piace essere trasformata con cura ”
(Alvaro Siza)


https://stagecensimento.cultura.gov.it/ricerca-opere
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