una....pagina bianca di MASSIMO PALUMBO una pagina bianca di MASSIMO PALUMBO ....dover scrivere,disegnare, appuntare un qualcosa.... dare inizio ad una idea,ad un progetto.. e per un motivo o per un altro,essere completamente a corto di idee. Una relazione, un testo scritto, un articolo di giornale e ci troviamo davanti al foglio bianco senza sapere come iniziare...qualcuno ha già detto la sindrome del foglio bianco...
mercoledì 3 aprile 2013
martedì 2 aprile 2013
la linguaccia
….la linguaccia de i Rolling Stones
Il disegno originale del celebre logo della band, i Rolling Stones è oggetto da museo è stato acquistato dal Victoria & Albert Museum di Londra
Di chi il disegno??
di Warhol??? Come molti per molto tempo hanno detto??? Il logo apparve nel 1971 in occasione del disco
“Stick Fingers” quello cher aveva la copertina con i blue jeans e una lampo apribile, copertina per l’appunto disegnata da Andy Warhol. Il logo, NO….la linguaccia
E’ stata disegnata da uno studente del London’s Royal College di nome John Pasche
Il Museo ha pagato 92.000 Dollari per il disegno originale del 1971.
lunedì 1 aprile 2013
latina, aprilia, pontinia, sabaudia, carbonia...
città di fondazione
........Latina, Aprilia, Pontinia, Sabaudia, Carbonia...
Sono le città italiane di fondazione: un progetto urbano edificato su un territorio praticamente vergine. Così nel Rinascimento nacquero Pienza e Sabbioneta, a fine Seicento dopo una serie di terremoti Cerreto Sannita, Noto e Ragusa.
Ma le vere "città di fondazione" sono quelle del Ventennio, fondate dal nulla o ristrutturate dal regime fascista: la bonifica dell'Agro Pontino fu una palestra eccezionale per gli architetti razionalisti dell'epoca. Come rileva Antonio Pennacchi in "Viaggio per le città del Duce", queste 143 città sono l'emblema dell'ordine: larghi viali che conducono al municipio, alla chiesa, alla caserma, alla casa del fascio. Un'architettura moderna e ambiziosa - si pensi all'imponenza dell'EUR a Roma - che prova a collegare la Roma antica e il Bauhaus, saltando a piè pari il Rinascimento e il Barocco, che la cultura dell'epoca riteneva periodi decadenti. Linee semplici e razionali, dunque.
Il regime rispondeva così all'esigenza di sanità pubblica in una delle zone più povere d'Italia: con nuove città intendeva portare uno sviluppo favorevole anche al resto dell'economia del paese. Ora, come giudicare questi agglomerati? Condannare l'architettura come si è condannato il fascismo? O accettare che dal regime sia nato qualche cosa di positivo? Credo sia condivisibile il pensiero rilasciato a Le Monde lo scorso anno da un grande architetto, Massimiliano Fuksas: "Non esiste uno stile fascista, ma solo un'architettura moderna. Si è confuso l'architetto e il fascista. Questa mescolanza di storicismo e Bauhaus era il parto di gente colta".......
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