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SPAZIO PUBBLICO
ARCHITETTO MASSIMO PALUMBO
"piazzetta degli scacchi, omaggio a Franco Libertucci"
1992
Casacalenda_ Campobasso
Massimo Palumbo
1989- 1992
Spazio pubblico
"piazzetta degli scacchi, omaggio a Franco Libertucci"
Censimento nazionale delle architetture italiane del secondo Novecento nella Regione Molise.
L’individuazione delle architetture e delle aree urbane è stata effettuata secondo la metodologia definita dalla DGCC (art. 4,CdR).
.....La ricognizione ha cercato inoltre tra le architetture di interesse comune di maggior pregio architettonico e storico culturale per la Regione. Casi di notevole interesse non soltanto dal punto di vista formale del linguaggio architettonico, infatti, rivestono un ruolo conformativo determinate sul paesaggio urbano, territoriale e sociale. Il presente aggiornamento tiene conto dei risultati della ricerca archivistica effettuata presso gli Enti preposti e gli studi professionali degli stessi autori, rispetto all’elenco precedentemente prodotto in data 16/07/2022.
" piazzetta degli scacchi "
adiacente al
Palazzo Comunale di
Casacalenda
(1989-1992)
Dalla relazione illustrativa del progetto.
“La scacchiera“. Lo spazio è un luogo abbandonato adiacente al Palazzo Comunale; l’occasione quella di bonificare un area centrale, creare un accesso secondario ma altrettanto importante e significativo agli uffici comunali, ingresso utile anche ai portatori di handicap.
Il progetto è parte integrante di una progettazione più vasta che l’Amministrazione Comunale di Casacalenda mise in essere intorno agli anni 1988-1990, che va sotto il nome di Arredo urbano.
Il progetto della “Piazzetta degli Scacchi”, è l’occasione che si pone al progettista impegnato nella ricerca del “genius loci” ed è anche occasione per un omaggio a Franco Libertucci artista e scultore, nativo di Casacalenda, che negli ultimi anni di attività pensava di realizzare veri scacchi a dimensione umana da giocare e da realizzare in bronzo o alluminio. Pensava a pregiatissimi parallepipedi a base quadra.
Il tutto come da progetto derivavano dalla scomposizione di un più grande cubo dove si trovavano incastrate le figure.
“...Re Regine, Alfieri Torri, Cavalli si raggruppano da prima selezionandosi cioè 4 pedine di ogni figura compongono un cubo, poi nella mischia, i lottanti sui scontrano ricostituendo il cubo che appare ora con forme diverse. I pedoni, ulteriori sottomultipli delle figure , intervengono numerosi a combattere la battaglia...”
Il luogo dello scontro è la “Scacchiera” e può trasformarsi nello spazio–città. E’ stato per me progettista di quel microspazio occasione per intervenire in modo discreto, minimale. Inserirsi e non disturbare l’ambiente, il luogo. Ma anche occasione per rendere omaggio ad un grande artista. Con gli scacchi si sarebbe conclusa, e purtroppo non è stato, la partita mai terminata fra Libertucci e lo spazio.
“La Scacchiera” come vuoto, come spazio, dove spazio è tempo, tempo è luogo, luogo è memoria.
Il progetto evidenzia il suo programma sulla base di relazioni dialettiche con l'ambiente e si propone come fine quello di determinare sia i principali rapporti fra volumi edilizi, che la elaborazione di un linguaggio non in contrasto con quello dell’ambiente in cui si inserisce, ma che in qualche maniera assecondi e lo reinventa.
IL PROGETTO.
Individuare dei percorsi, delle trame, dei tracciati, con l'intento di creare un tessuto connettivo capace di ricucire le diverse situazioni, le emergenze, i segni, i simboli di ieri e di oggi. Questo è stato sin dall'inizio, l'obiettivo che ci si è posti.
L’Arredo Urbano, non come “Maquillage” fatto di panchine od altri oggetti da stendere sul territorio, ma un’occasione irripetibile per valorizzare il momento progettuale per una storia della comunità, in parte scritta, sui muri, sopra i selciati, nei vicoli, sulle pietre ed in parte da scrivere, lungo questi percorsi individuati, con il coinvolgimento di tutta la comunità.
"La storia della comunità, la storia di tutti i giorni, fatta di piccole e grandi cose: la storia del microcosmo quotidiano: la terra, l'acqua, il sole, la luna, il cielo, la storia che ci racconta il vivere quotidiano fatto di lavoro, di svago; la storia raccontata dai simboli, dai segni; la civiltà contadina, di ieri e di oggi; l'emigrazione di ieri e di oggi; i suoi drammi, i dolori, le lacerazioni, le speranze...
Sono questi i momenti significativi che appunto lungo questi percorsi ideali potrebbero essere raccontati, coinvolgendo la comunità intera a scrivere la propria storia sui muri, sulle pietre di questi percorsi.
"Arredo Urbano"...... allora, come momento importante per ridisegnare il proprio habitat; ridisegnarlo anche per tessere separate tra loro, ma facente parte di un discorso unitario, ricucito appunto da questi "percorsi ideali” e reali. In quanto strade vere che collegano le emergenze del territorio.
Ed è appunto lungo queste vie, lungo questi percorsi, che troveremo dei luoghi, dei NODI, dei punti focali di interesse particolare cui andremo di volta in volta ad inserire o ricercare dei significati da dare o da rievocare. In questi NODI troveremo un segno, un simbolo, un murales, una scultura, una fontana o altro, capaci a darci la lettura di uno stralcio di vita della nostra comunità.
Aprile1989.
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Nota: l’anno dopo, il 1990 è l’anno di Kalenarte . Dal 1992 si comincerà a parlare di Kalenarte come Museo all’Aperto, poi dopo sarà il MAACK.
https://stagecensimento.cultura.gov.it/ricerca-opere
https://stagecensimento.cultura.gov.it/scheda-regione?regione=Molise
2022