carte&carte omaggio a Burri
tecnica
mista
2000
MassimoPalumbo
l' Infinito, l'Architettura..
Ieri sul razionalismo... e l'Archiettura, il suo essere, il suo valore civile, l' etica .....poi Vincenzo Latina ci spiazza e ci ricorda l'essere visionari...e come poter apprezzare sino in fondo l'architettura, nella sua essenza.....poi dice
.....i riferimenti del prossimo progetto? Non immagini, ma suggestioni! Siamo ubriachi, anestetizzati dalle seducenti immagini. Abbiamo bisogno d'immaginazione e non di immagini.
Questa poesia è strabordante di suggestioni, è anche maestra d'architettura.
Se vuoi apprezzare sino in fondo l'architettura, nella sua essenza, allora devi comprenderne la sfera onorica.
La letteratura come la poesia sono maestre perchè ti fanno vedere l'invisibile con l'occhio della mente. Infinto Leopardi, L'Infinito di Leopardi.
"...E il naufragar m’è dolce in questo mare."
.....i riferimenti del prossimo progetto? Non immagini, ma suggestioni! Siamo ubriachi, anestetizzati dalle seducenti immagini. Abbiamo bisogno d'immaginazione e non di immagini.
Questa poesia è strabordante di suggestioni, è anche maestra d'architettura.
Se vuoi apprezzare sino in fondo l'architettura, nella sua essenza, allora devi comprenderne la sfera onorica.
La letteratura come la poesia sono maestre perchè ti fanno vedere l'invisibile con l'occhio della mente. Infinto Leopardi, L'Infinito di Leopardi.
"...E il naufragar m’è dolce in questo mare."
L'INFINITO
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.