venerdì 13 dicembre 2024

l' ARCHITETTURA

 

Oggi 13 dicembre 2024, prende il via a Latina il Primo Festival dell’Architettura e sicuramente sarà un evento importante per la città. Da parte nostra che abbiamo avuto la ventura di interessarci di quanto ruota intorno alla parola Architettura e ai risvolti nei confronti della città, facciamo i complimenti agli organizzatori dell’evento. Detto questo  ci ha fatto anche piacere fare delle considerazioni, delle riflessioni….

 

Il festival dell’Architettura

a Latina,

il futuro e la città.

Architettura si, Architettura no : gioia e delizia del nostro vivere,  del tempo, delle nottate a disegnare sui tavoli che nel tempo hanno fatto compagnia alle nostre notti  insonni alla ricerca dell’Architettura.

Oggi i tavoli da disegno e i fogli di carta lucida non ci sono più hanno lasciato il posto a computer e a pile di libri…l’ultimo è arrivato la settimana scorsa e sta li a ricordarci proprio le nottate a desiderare l’Architettura.

Ereditare il presente è il titolo del libro e riporta i risultati  di una catalogazione: il Censimento delle Architetture Italiane del secondo Novecento. Censimento  promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, una mappatura dell’Architettura Contemporanea Nazionale. In questa mappatura tre miei progetti, tre opere di Architettura sono presenti. Grande sentimento di orgoglio che ripaga delle fatiche, dei momenti di delusioni o di dispiaceri che la parola Architettura o la professione in altre occasioni ci ha regalato. Pensiamo una per tutte alle storie eretiche come HANGAR 3.0 …ma è così non tutte le caramelle si diceva una volta, escono col buco.

Ma tornando al Festival di Architettura  a Latina ci è capitato di pensare in questi giorni, per quanto visto, letto sulla rete o sui giornali locali, che poteva essere un’occasione, per voltare pagina per guardare oltre, e invece?

Invece tutti ancora come almeno da 50 anni accade, se non di più, a guardarsi l’ombelico stare tutti allo specchio e raccontarsi. Che la città sia ferma, ingessata, non sono problemi che ci riguardano, la parola futuro non si sa cosa sia e cosa significhi. Non se ne parla e non si sa se per paura o perché: prevale come sempre la predisposizione a guardare dietro al passato o al massimo a dove vanno i piedi. La storia da certezza, sicurezza e sembra non essere incuriositi da i dibattiti sulla contemporaneità o sui grandi temi dell’attualità.

Sarebbe stata una bella sorpresa, un colpo d’ali se si fosse aperto un tavolo sul futuro…poteva essere addirittura letto come gesto futurista  anche  per buona pace di tutti.

Un sasso nello stagno per girare pagina.

Invece la musica è sempre la stessa: Littoria in tutti i formati, Latina, Littoria ancora e poi Razionalismo si, Razionalismo no.  Ancora Frezzotti in tutte le salse: bravo, modesto, raccomandato, e il povero Mazzoni inviato a Littoria in quanto impiegato dello stato ed obbligato ad esserci.

Il nuovo per gli organizzatori di questo festival, questa volta è dato da un Premio intitolato a Luigi Piccinato, un piccolo sforzo un passaggio delicato dagli anni 40 ai sessanta, riscoprendo il buon Piccinato, ma non per il suo piano con le tante Q…Q1, Q2,Q3, Q4… ma fortuna sua, per essere nato in provincia di Verona. Poi per condire il tutto, fa da collante uno spazio aperto e di racconto sul Novecento…

Tra i presenti nella parte più colta del parterre….quelli del  fanatismo isterico che da sempre non  desiderosi di proposizioni innovative ma  muniti da voglia di isterilimento e protezionismo entro i canoni dell’ideologia, portano invece in questa occasione e col vestito buono, alta la bandiera per l’esserci comunque,  impegnati come sempre in affascinanti analisi e dietrologie.

Direi quindi pochino sul fronte del nuovo possibile e utile per voltare pagina.

Forse non abbiamo capito e forse l’obiettivo di questo festival era, è un obiettivo più semplice, ovvero mettere in piedi un lavoro utile per attirare flussi di curiosi su Latina, una delle ultime città costruite: la città del Novecento.  Quindi un’operazione di marketing. Punto.

Operazione nobile, importante. Ma allora ci chiediamo, cosa centra tutto quel programma, quale il cuore del progetto? e poi per chi, per cosa?? Quali le ricadute sulla crescita della città.

Forse si tratta solo di un’operazione di mercato. Un’operazione turistica, che a nostro parere non giustifica lo scomodare la parola “Architettura”. Abbiamo troppo rispetto per il significato che “Architettura” porta con sè, cosa significhi e cosa rappresenti in altri contesti. 

Oggi il festival dell’Architettura a Latina, il futuro e la città…. e sarebbe stato questo, il tempo per riflessioni e sguardi visionari, tempo per nuovi segni capaci di rilanciare il messaggio della modernità rappresentato proprio all’inizio del secolo scorso, dalla fondazione delle città nuove. Latina, una volta palude, è città impostata per assi, per quinte, con isolati aperti: valori urbani da riaffermare e proprio su questi andrebbero riannodati discorsi capaci di poter aprire a nuovi scenari per poter costruire la città sulla città. Le geometrie elementari fondate sull'angolo retto, sulle logiche cartesiane proprie della cultura illuminista e della stessa storia urbana di Littoria/Latina, segnate da volumi razionali, racchiuse da superfici essenziali, devono poter inglobare il nuovo che si dovrà inserire e reinterpretare la città attraverso i valori dell'architettura contemporanea realizzando una continuità tra passato e presente.

Ma questo può accadere solo se pensi ad un futuro per la città e noi vorremmo si andasse oltre l’orizzonte ristretto della città di fondazione.

E’ possibile andare oltre e superare questa condizione culturale di impasse, di fermo, di sguardo perennemente retroverso.?

Il cuci e scuci dovrebbe essere un’azione continua e  ogni momento è buono per un nuovo layer, un nuovo strato tra idee, conoscenze, confronti. La storia è fatta dal sovrapporsi di segni a volte in continuità, altre in contrapposizione e comunque sempre a dare senso alla storia degli uomini.  Andare oltre, sapendo bene che la ricerca della perfezione urbana è un obiettivo improprio per il significato insito di “città”. Le nostre città non sono altro che il risultato di stratificazioni e di luoghi da raccontare..."  parlare quindi di Architettura significa parlare di queste cose, porci interrogativi e rispondere alla complessità della contemporaneità.

Noi invece stiamo fermi ad osservarci l’ombelico. In che modo la nostra contemporaneità si esprime?? E dove. Esiste un luogo, uno spazio pubblico capace di raccontare i desideri e rappresenti chi siamo oggi?

Come andare oltre.?

Possiamo a ragione dire che non va sottovalutato mai il valore dell’Arte nel relazionarsi con i luoghi, con l’Architettura, con il costruito e significative possono essere le riflessioni sullo spazio pubblico inteso come complesso di relazioni nel quale l’arte può costituire un veicolo di azione culturale e politica.

La città ha bisogno di stimoli alternativi, fantasie d'impresa, cittadinanze attive, rapporti nuovi con la natura, l'ambiente, riscoperta di tradizioni e culture profonde che potrebbero mettere in moto occasioni di rigenerazione o quello che alcuni chiamano "nuovo umanesimo". Necessario, indispensabile il rapporto tra cultura e politica fra arte e società. Abbiamo bisogno di progetti visionari capaci di interpretare i sogni di chi vive Latina, progetti che dovranno essere capaci di immaginare il futuro.

Oggi servono progetti…proposizioni pubbliche utili a dare imput che siano in grado di stimolare il desiderio di esserci, di raccontarci in quanto cittadini di questo territorio e la rigenerazione avviene con la sfida della progettazione sui luoghi.

Importante e centrale è l’uomo e come vive il territorio, quali le interrelazioni, quali i valori in comune che fanno l’identità di un luogo. Lo spazio fisico, contenitore per questi valori è il paesaggio naturale la cui ricchezza attraversa lo spazio, il tempo e va oltre la terza dimensione.

Al contrario perfino un festival che certamente è una novità, una cosa che si fa per la prima volta in città, pensiamo, diventa un’occasione persa.

Il voltare pagina è rinviato a data da destinarsi e siamo tutti intenti a guardarci il Diamante, mentre molti… altri occupano i bar della città e producono quantità infinite di chiacchiericcio inutile.

E’ la vita!!

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PS.

Poi Latina con questo Festival volta veramente pagina  e a noi non rimane che rallegrarci e felici d’essere smentiti per quanto scritto.

 

 

massimo palumbo

 

li. 12.12.2024



Hangar 3.0, vincitore per la sistemazione di Piazza del Popolo a Latina

Il progetto Hangar 3.0 dell'architetto Massimo Palumbo e del suo team conquista il primo posto al concorso per la riqualificazione della Piazza del Popolo a Latina. Il progetto intende riaffermare tra cittadini e città un senso di reciproca appartenenza. La piazza si carica allora di nuovi contenuti, diventa multimediale, interattiva. Diventa luogo di informazione e formazione.

Il concorso era organizzato nell'ambito del Premio d'Architettura Ernesto Lusana, dall'Ordine degli Architetti PPC della provincia di Latina e dal Comune di Latina e in occasione degli 80 anni della città, per individuare idee che attribuissero al luogo una nuova identità e riconoscibilità. Trovare risoluzione ai problemi che hanno caratterizzato il luogo sin dalla sua fondazione post-bonifica, era la sfida. 

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Massimo Palumbo
architetto, artista, promotore culturale. Interessato alle dinamiche incontro-scontro tradizione e innovazione, da attenzione alla partecipazione, alla progettazione di nuove ipotesi di sviluppo per tutelare la diversità delle comunità locali. Ama la trasversalità e il piacere delle contaminazioni: l'arte e l'architettura sono discipline ove la memoria gioca un ruolo fondamentale, i territori su cui si configurano sono sempre luoghi dello "spazio della memoria”. L’utopia realizzata è il Maack a Casacalenda_Molise. Diversi i suoi interventi e presenze nell’area vasta tra arte e architettura. Nel 2012 è vincitore con “Hangar 3.0” del Concorso Nazionale di idee per la riqualificazione di Piazza del Popolo a Latina. Concorso a cura del Comune di Latina e dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Latina. Del 2013 l’invito presso i Cantieri Culturali alla Zisa, a Palermo. E’presente con “Vivi. Opere di Massimo Palumbo”, mostra a cura di Cristina Costanzo. Del 2016 “Un unico viaggio. Massimo Palumbo_Arte e Architettura (1970-2015)” a cura di Teresa Lucia Cicciarella a Barcellona presso il Reial Cercle Artistic. Nel 2017 NIHIL_NADA opere di Massimo Palumbo a cura di Joan Abellò Juanpere presso il Circulo de Bellas Artes a Madrid. Del 2019 “Autoritratto” a cura di Maria Arcidiacono ed Elena Donati progetto Macroasilo MACRO Roma. Nei primi di ottobre del 2020, la Giuria dell’IN/ARCH l’Istituto Nazionale d’Architettura, all’unanimità attribuisce il Premio BRUNO ZEVI 2020 per la Comunicazione Architettonica al: MAACK, Museo all’Aperto d'Arte Contemporanea Kalenarte. Dal 2023 tre suoi progetti sono parte del Censimento delle Architetture Italiane del secondo Novecento. Il censimento  è promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, ed è una mappatura dell’Architettura Contemporanea.
Massimo Palumbo nasce nel 1946 a Casacalenda nel Molise. Risiede a Latina dove opera.