sabato 9 febbraio 2013

perchè episodi di architettura_00


 
 
_EPISODI DI ARCHITETTURA
00





progettare....

….Filarete, architetto vissuto nel XV secolo, diceva che il committente è il padre dell’architettura mentre l’architetto ne è la madre.  Questo per dire  che ad ogni nuovo progetto al quale ci approcciamo c’è inizialmente un serrato scambio di informazioni sul luogo, sulle idee, sui desideri dei nostri committenti. 
Ogni progetto,  è una sfida alla cui base  c’è  la concertazione.
Ogni architettura,  deve avere come fine l’uomo e la sua felicità  e la nostra vita è permeata dall’architettura…..Dovremmo anche dire che…. la qualità delle nostre vite è fortemente influenzata dalla qualità delle architetture in cui viviamo e che ci circondano.
Non condividiamo pertanto  e pensiamo siano profondamente immorali atteggiamenti progettuali che trasformano il committente-uomo in un mezzo per raggiungere bizzarri scopi progettuali…..,




.....una pausa di riflessione per poi riprendere e riallacciare un filo mai interrotto. La materia, il quid il motivo di questo nostro lavoro è sempre lì come un qualcosa che non va a scadenza e ci poniamo, cosa più importante, dall’essere forse ……osservatori piuttosto che progettisti.
La ragione per cui voglio provare a raccontare,  è che ogni volta di più, mi accorgo dell'assoluta parzialità del mio punto di vista, e dell'importanza di questa parzialità in vista della ragione che mi porta a cercare di costruire un senso, dunque distinguere, scegliere, costruire una mappa ovvero un sistema di relazioni, un sistema di orientamento e direzionamento.
Questo l'obiettivo di fondo del lavoro e, in generale, il ruolo che attribuisco alla teoria: quello di un'azione metaprogettuale, un'azione interpretativa della realtà attuale e possibile, che raccolga e costruisca elementi per l'elaborazione di un progetto di trasformazione della realtà.
Da qui la specificità di questa mappa: i progetti che raccoglie non pretendono di essere i migliori né tanto meno i più rappresentativi, piuttosto sono a mio giudizio progetti che permettono di costruire un percorso.
Un percorso che non parla di una specificità ma di come il progetto può ripensare le relazioni tra forma e uso, pianificazione e partecipazione, temporaneità e permanenza, radicamento locale e proiezione globale.
E, soprattutto, un percorso che si svolge interamente nel progetto dello spazio pubblico.

Una mappa dunque non soltanto parziale come tutte le mappe ma anche esplicitamente tendenziosa e cioè mirata a metter in luce  ciò che di buono pur ci circonda.

Buona Architettura quando c’è che fa  bello lo spazio pubblico. Lo spazio cui interagiscono i lavori da noi scelti è pubblico: ed è un qualcosa, su cui possiamo e dobbiamo esprimere dei desideri, non solo come architetti ma innanzitutto come cittadini, come uomini, donne....... MP: