Quando la Cultura va “mangiata” ........
Caro Sindaco, il bando….! Potremmo giocare con la parola (bando, banda, bandito, bandolero, bandolo) con qual si voglia risvolto metaforico o allusivo, ma nel nostro caso è opportuno attenerci ai fatti. Ci siamo già espressi in merito riconoscendo che di per sé l’idea non sarebbe malvagia salvo a capirne la necessità e la congruenza. Circa la scadenza si era parlato di settembre per addivenire, poi, al brusco anticipo del 29 agosto. I teatri “normali” ( il nostro non è assolutamente nella norma) hanno già annunciato da qualche settimana la programmazione della prossima stagione con conferenza stampa di rito; ciò vuol dire che a Latina siamo in ritardo sui tempi e quindi si giustificherebbe detta anticipazione. In tempi così ridotti i margini di organizzazione per una qualsiasi associazione “minore”sono davvero esigui. Si dirà che problemi non ci sono pensando a quanto realizzato nella stagione 2011 da Teatro Moderno, LAB, Amatoriale, Opera Prima e affini con cartelloni collaterali o alternativi a quello del D’Annunzio, allestito-curato dalla ATCL. Ovviamente quelli citati hanno titolo per concorrere. Il bando comunque prescrive gli ambiti o generi degli spettacoli (comico, drammatico, musicale etc.), si intende ad ampio spettro di scelta e gradimento del pubblico, non certo di nicchia. Si presume, insomma, una produzione dai costi forse diversi da quelli sostenibili da produzioni a costi più limitati. Stando al bando, secondo i requisiti richiesti, la ATCL – presumendo che concorra- sembrerebbe la più accreditata a vincerlo per titoli e anni di attività. Se questo fosse il problema di fondo sarebbe risolto. Il fatto è che questo bando affatto luciferino (!) è la spia di un intricato bandolo della matassa in quanto, malgré tout, evidenzia ancor più l’anomalia e la superficialità che caratterizza non solo la questione-gestione del teatro, ma la cosa culturale cittadina: l’assenza di un assessore e dell’ assessorato alla cultura. Si dirà che in passato non si sono avuti esempi o risultati eccellenti, d’accordo, ma almeno un punto di riferimento o di contrapposizione c’era. Che un capoluogo di provincia risulti sprovvisto di un tale organismo comporta di conseguenza il ricorrere a formule strategiche di dubbia efficacia e ancor più dubbia credibilità. Se la decisione del Sindaco di trattenere per sé la delega alla cultura è dipesa dal taglio delle spese la domanda è sempre la stessa: perché risparmiare sempre sulla cultura ? Essa va “mangiata” (Gaber cantava: “se potessi mangiare un’idea”!), cioè elaborata e metabolizzata nel lungo percorso. In questa città, invece, cultura equivale ad evento, vetrina; diciamo agli spiccioli piuttosto che alla moneta sonante (d’acquisto e di investimento). E’ come sollevare una effimera “polvere di stelle”, niente più. Caro Sindaco, non le si chiede di istituire un “pensatoio”, per carità, ma almeno un assessorato dove persone illuminate ed intellettualmente oneste discutano e si confrontino su un piano progettuale ad ampio respiro, identifichino le prospettive culturali e le prospettino alla cittadinanza. Difetto o penuria di persone idonee? Mio Dio! Non bastano le pur significative quando non encomiabili iniziative spontanee di gruppi, associazioni e volontari in genere, che dovrebbero fungere dialetticamente da corredo, supporto o integrazione alle proposte o progetti accennati. Per una città che si rispetti non è tollerabile una siffatta “vacanza”, inammissibile anche nel caso in cui il Sindaco (in genere) avesse le dovute competenze. Una “vacanza” che autorizza e incita, per comprensibile reazione, quanti avvertono il problema a proclamare e rivendicare una “rinascita civile”.Col rischio di un paradosso: surrogare un diritto civile inalienabile (diritto alla cultura) che non può, non deve essere negato da chi è preposto al governo di una comunità o città. Caro Sindaco, ci pensi. Eviti di passare tristemente alla storia come il suo omonimo dalle nere bande. Tanto per giocare con le parole: “Giovanni dal Bando Nero” ?!
Giorgio Maulucci
Con la cultura si mangia
2011
installazione
Massimo Palumbo
Performance dell'attrice Elisabetta Femiano.
Latina Foyer del Teatro Gabriele D'Annunzio_