venerdì 29 marzo 2024

 



Isola si, isola no

Una riflessione, alcuni contributi.

Mi è capitato di  leggere qualche giorno fa l’editoriale di un nostro  giornale locale, si parlava riferendosi a Latina  di Isola pedonale, centro storico…ed altre amenità. Ho letto e riletto quanto scritto e si parlava anche di .... immobilismo…  

Chi ci conosce sa che in più occasioni abbiamo usato l’espressione del vivere una condizione da  ibernati, congelati ed è anche risaputo che  alterniamo  a  momenti di stasi, quelli di immobilismo. Eppure sappiamo bene che tutto è in movimento nulla è fermo e sul giornale si diceva  che …dopo dieci anni stiamo ancora a parlare del destino di quattro strade del centro….E poi ancora… se fosse una città normale, Latina, avrebbe oggi realizzato quei progetti che tra il 2013  e il 2014  l’allora giunta Di Giorgi aveva pianificato …la pavimentazione dell’area destinata a ztl, la realizzazione di arredi, e abbellimenti, oltre alla costruzione di almeno un parcheggio interrato nei pressi del centro storico della città….

Il problema allora, non sono solo i dieci anni trascorsi e le quattro strade da pavimentare. Direi molto di più. Molto di più solo se pensiamo  a quanto è stato proposto: dagli anni sessanta in poi con il progetto  di Vittorio D’Erme e non solo, fino a giungere  all’ ultima proposta ed era il 2012. Un Concorso Nazionale di Idee  proprio su piazza del Popolo in occasione del PREMIO di Architettura Ernesto Lusana Concorso,   che con HANGAR 3.0,  mi onoro di aver vinto con la partecipazione  di un gruppo di giovani architetti.  Anche in quest’ultimo caso il tema era il centro storico e l’uso della piazza.   

                                     …. Ottanta anni dopo, ed è tempo per riflessioni e sguardi visionari, tempo per nuovi segni capaci di rilanciare il messaggio della modernità rappresentato proprio all’inizio del secolo scorso, dalla fondazione delle città nuove. Latina, una volta palude, è città impostata per assi, per quinte, con isolati aperti: valori urbani da riaffermare e proprio su questi riannodare discorsi capaci di poter aprire a nuovi scenari per poter costruire la città sulla città. Oggi ci viene chiesto, attraverso questo Concorso d'idee, di individuare un luogo di nuova identità e riconoscibilità. Secolare è la centralità della piazza in Italia; individuata da grandi visitatori stranieri come Stendhal e Thomas Mann, centralità che discende da una serie di fattori concomitanti che attengono alla geografia e alla storia, alla cultura e alla religione, al clima ed all’economia…..( dalla relazione HANGAR 3.0)

Ho sempre pensato  che nulla nello specifico potrà mai essere risolto se non si affronta il problema nella sua interezza e nella sostanza e questo vale per Latina come per qualsiasi altra città. Abbiamo bisogno di respiro progettuale per capire quale il problema. Solo dopo, fatte le dovute analisi, studi, si potrà arrivare a sciogliere il dilemma: isola si, isola no…..ed infine forse, decidere quali le pavimentazioni e gli abbellimenti da mettere in atto, come dire : i dettagli .

Potremmo addirittura scoprire che non abbiamo bisogno di Isole pedonali o addirittura capire che all’interno della città di Latina, letta alla scala territoriale, è l’intero Centro Storico ad essere Isola ed essere disponibile ad essere pedonale.  Scoprire d’essere luogo  e cuore pulsante della città attraverso il controllo della qualità degli spazi e dei manufatti, ma anche attraverso un addensarsi di eventi  e situazioni; nella convinzione che la concentrazione di funzioni possa rappresentare un fattore catalizzante, traslando la logica di concentrazione propria e tipica dei centri commerciali extraurbani, il cui successo, a Latina più evidente che altrove, è responsabile dello spopolamento del centro stesso.

L’idea è quella allora, di fare del Centro storico il luogo della cultura, dello svago, del tempo libero e la presenza dell’Università, offrirà lo spunto per impiantare  attività legate al sapere specialistico e, al contempo essere capaci  di interagire con l’intera città.

Biblioteca universitaria e biblioteca civica conviveranno, le sale per convegni e conferenze saranno utilizzate indifferentemente da studenti e cittadini, ampi settori dedicati alla cultura mediatica, dell’immagine, dell’informatica, dell’elettronica potranno trovare fruitori specialistici e non. E qui il pensiero torna al nostro Hangar…

                                                                            ……La piazza si carica allora di nuovi contenuti, diventa multimediale, interattiva... è luogo di informazione e formazione, l'hangar riconosce l'utilità dell'informazione elettronica per esigenze informative ed educative ed offre ai propri utenti l'accesso a Internet ed alle fonti documentarie elettroniche, digitali e audiovisive. È centro di alfabetizzazione con l'utilizzo di strumenti multimediali...Nel sistema dei media contemporanei, d’altronde, l’estensione delle reti telematiche, lo sviluppo delle forme di convergenza digitale e l’incremento dei processi comunicativi per via informatica hanno edificato una nuova idea di spazio pubblico……( dalla relazione HANGAR 3.0)

Una lettura di questa forza per il Centro Storico, ci porta a rafforzare il senso e quanto avviene entro l’anello stradale, la prima circonvallazione, che gira intorno alla città del Novecento, Littoria ed attualizzare ad oggi questo pensiero ci regala un sogno per una prospettiva possibile… l’anello verde che gira intorno alla città storica. ... pensare ad.....un grande parco, un parco verde, che si possa snodare come fosse una lunga  cinta muraria. La strada lascierà lo spazio a delle mura verdi  e ai confini di questo andranno a posizionarsi aree parcheggio per le auto e punti di scambio per una mobilità diversa. 

Sogno, Utopia?  

No occasione per fare sistema intorno a quanto vorremmo che fosse un futuro possibile per la nostra città. Una città oramai adulta capace di reinventarsi nel segno della sua storia e capace di stratificare pensieri nuovi e sguardi nuovi capaci di intravedere possibilità di futuro e dare orgoglio ed appartenenza a chi la vive.

Questo, un percorso, lungo ma coerente in un momento in cui sembra, si siano ribaltate le priorità nel decidere cosa fare, come procedere.  Certi anche che difficilmente problemi come quelli che fanno da oggetto alla nostra riflessione possano risolversi con operazioni di maquillage o con scorciatoie facili e semplicistiche  che spesso purtroppo sono  in gran voga ai giorni d’oggi.  

                                          ….Il grande quadrato è il segno forte a grande scala che comparirà su Piazza del Popolo e che farà parte della  immagine identificativa del luogo, andrà a rappresentare il voler essere localeglobale ed appartenere alla community vasta della comunicazione….. Il progetto, allora, sovverte la tradizionale dimensione statica e passiva dello spazio per conferire allo spazio fisico un carattere dinamico e interattivo, debitore dei nuovi rapporti percettivi e sensoriali instauratisi con le tecnologie moderne…. ( dalla relazione HANGAR 3.0)

Mai come oggi, serve un progetto visionario che sia in grado di stimolare il desiderio di esserci, di fare in quanto cittadini di questo territorio una sintesi in equilibrio tra  tradizione, storia e innovazione….

Sorge la domanda: come andare oltre ? E’ significativo aprire su tutti i tavoli possibili di discussione, quale il progetto per la città, e quale il progetto per il centro storico in particolare.

Al sentir parlare di Isola si, Isola no, e poi ancora di pavimentazioni, ed abbellimenti vari, si è portati a pensare che della città poco si conosce e cosa ancora più grave constatare che ….le priorità sono ribaltate. 

Il momento storico vuole nuovi sguardi e dobbiamo rafforzare l’idea che è necessario mettere in atto sinergie su un progetto della città capace di darle senso e prospettiva di vita. Una città che risulta essere oggi, tra le prime dieci città italiane a poter vantare il titolo di capitale della cultura, deve poter partire proprio dalla parola cultura per mettere in moto un progetto che vede il suo centro storico luogo dedicato all’Università: i palazzi storici, siano sedi di facoltà…  e il pensiero va a ciò che resta dell’edificio di Mazzoni o al Palazzo M. Riusciremmo perfino a dare senso e destinazione ad edifici importanti come quello della Banca d’Italia o all’ex garage Ruspi recuperato da poco per una nuova vita. Il centro sicuramente tornerebbe a vivere, e la Città Universitaria potrebbe godere delle residenze  che caratterizzano l’unicità della città del Novecento. I tanti spazi esistenti e gli interstizi connettivi del tessuto urbano,   potranno prendere  nuova vita attraverso progetti di rigenerazione urbana.

Sappiamo anche che quanto detto riprende appieno imput già dati in passato : l’idea dell’Università è un pensiero forte che racconta di una carta che possiamo e dobbiamo giocare per farla diventare  realtà. Università come volano di crescita e la parola Cultura, il valore Cultura, porterà sicuramente benefici.  

                                                            ……è questo lo spazio della gente. É il luogo d’incontro di chi a Latina frequenterà l’università e che troverà proprio nel centro storico il punto di riferimento, lo spazio di vitalità, il punto di incontro, di scambio e di relazioni. Mai come ora, Latina ha necessità di una scossa, di un corto circuito capace di farle girare pagina nel segno dell'evoluzione della propria storia, nel segno della contemporaneità…. ( dalla relazione HANGAR 3.0)

Un percorso certamente non facile, che la città deve affrontare, relazionandosi alla storia, inclusa quella più recente. Occasione per aprire un discorso culturale più stringato, capace di leggere ed esprimere i valori della contemporaneità, quei valori che l’Architettura sa esprimere come immagine della società e del vivere dell’uomo, che trasforma la cronaca in storia. 

Massimo Palumbo

Latina li 25.03.2024

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HANGAR 3.0
2012