.....poi un giorno ci venne a trovare un bravo fotografo
Gabriele Rossi
Il progetto denominato "le gemelle" in via Francesco Provenzale a Latina è del 1980 ed è realizzato in zona di espansione della città, la zona residenziale Nascosa.
Consiste in un complesso costituito da quattro unità abitative che al fine di eliminare la serialità delle così dette case a schiera, sono raggruppate in due corpi distinti composti da due moduli tra loro simmetrici che, seppure indipendenti realizzano un unico organismo.
Questa disposizione ha permesso di fornire ad ogni singola unità un giardino che nelle due villette più esterne si sviluppa su tre lati mentre nelle due interne il giardino sul retro e quello sul fronte strada sono collegati esternamente attraverso un passaggio laterale e un patio.
Ognuna delle quattro unità abitative, si sviluppa su tre livelli più uno seminterrato con garage. L’ingresso che affaccia su un ampio patio, è collocato al piano terra attraverso il quale si accede alla zona giorno composta da cucina, bagno di servizio e soggiorno. Al primo piano la zona notte con tre camere e due bagni.
Lo studio-alcova è posizionato all’ultimo piano. Tale spazio si affaccia su due terrazze.
Il cuore di ciascuna villa è dato dalla presenza di uno spazio interno il patio a tutta altezza generato dalla forma di una “C” di ciascuna pianta sul quale affacciano la cucina, il living ed i balconi delle camere da letto. Ciò permette alla luce solare di invadere direttamente tutti gli ambienti, anche quelli esposti a nord che non godrebbero di tale vantaggio.
Caratteristico nel patio, la presenza di un grande lucernario dalla forma piramidale che da luce al sottostante piano seminterrato.
Da sottolineare la grande trasparenza dei prospetti: lo sguardo va oltre e sconfina sul paesaggio retrostante della via Nascosa.
I materiali che prevalgono in questo intervent0 sono il mattone, il ferro, il vetro e parte in intonaco bianco. Sono materiali semplici ma scelti dalla volontà di legare insieme tradizione e architettura moderna, tema che si ripropone più volte all’interno della composizione.
Nell’attacco al cielo troviamo a tal proposito una reinterpretazione del tetto, da sempre simbolo per eccellenza della casa, realizzato attraverso la forma geometrica del triangolo.
Questo particolare elemento, ben visibile dall’esterno, è realizzato per mezzo di una struttura in travi in ferro saldate HE tamponate con doppi vetri oscuranti che lasciano l’ambiente interno luminoso impedendo allo stesso tempo la vista dall’esterno. Tale struttura triangolare, al fine compositivo è riproposta sul terrazzo dove al momento della progettazione era stato pensato per il posizionamento di pannelli solari.
Accanto all’utilizzo del ferro troviamo quello del laterizio, materiale che permette all’organismo architettonico di istaurare un legame con il luogo che lo ospita.
Altro elemento di raccordo con la tradizione è il patio che non solo è visto come chiaro riferimento dell’architettura romana ma anche luogo di fusione tra interno ed esterno, che convoglia la luce solare, abbraccia il suo inquilino e lo invita ad entrare.
Si cela quindi in questi elementi una voglia di riscoperta delle memoria tipica dell’architettura degli anni 80’ e matrice del movimento neo-razionalista italiano che proponeva un’ “architettura in armonia con la nostra vita e il nostro tempo … e riscopre un nuovo equilibrio tra l’uomo e l’ambiente” attraverso “ una serie di elementi che pongano l’uomo in relazione con la terra stessa, con la traiettoria del sole, con la consapevolezza dello scorrere delle stagioni” e di “ ritrovare i valori iniziali che hanno ispirato la costruzione della casa” (M.Botta), tutto ciò ridotto a figure e solidi geometrici che riportano un’ opera di architettura moderna a contatto con le sue origini attraverso delle astrazioni.
Martina Raponi
__
________________________________
1990