............L’idea di environnement di Massimo Palumbo, consistente nell’ipotizzare un ponte-mongolfiera, virtualmente in grado di spiccare il volo in ogni momento, a causa dei grandi palloni aerostatici bianchi ad esso collegati in punti strategici, e miranti “ad infinitum”, gioca, com’è prassi consolidata in altre installazioni di questo nostro originale rappresentante della land-art, con un’arrière pensée fortemente polemica, com’è del resto intuibile dall’osservazione della serie di foto “parlanti” a documentazione della bellezza architettonica e quasi sensoriale del manufatto romano del ponte. Piccoli blocchi di laterizio caldo, aggettanti e rientranti ad interpretare il movimento dei brevi piloni e l’armonioso svolgimento delle arcate, piombato, il tutto, nel magma di un desolante degrado di periferia urbana, tra stracci, canneti e roulottes . Vola via, pontile romano, nell’oscurità della notte, prendi il largo per lidi più ospitali…questo un possibile messaggio, tra i tanti ipotizzabili per il progetto di Massimo Palumbo......di Marcella Cossu*
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*Direttrice della Raccolta Manzù GNAM galleria nazionale arte moderna roma