mercoledì 20 febbraio 2013

toyto ito a pescara, il calice di vino

 
 
 
 
 
 
 
 

 
Toyto Ito a Pescara..... il calice di vino
17.02.13


Huge wine glass”,

..........ovvero un enorme bicchiere di vino, un monumento in resina trasparente con all'interno una forma unica, probabilmente di colore rosso, che simboleggia il movimento dell'acqua e quello cosmico. Ecco la nuova e attesa creazione, ancora in fase di studio dell'architetto giapponese, Toyo Ito, che è riuscito ad immaginarla grazie alle foto di piazza Salotto fornitegli dal Comune.
E' qui, infatti, che fra qualche mese (il sindaco D'Alfonso giura a febbraio) sorgerà l'originale monumento che non passerà inosservato. In queste ore Toyo Ito ha visionato di persona la piazza su cui sorgerà la struttura e sta rivedendo il progetto inserendo i nuovi stimoli che ha ricevuto dall'ambiente. Questa sarà la prima opera del celebre architetto Giapponese in Italia e l'Abruzzo ha l'onore di dargli il benvenuto. «Sono contento», ha dichiarato Toyo Ito, «di inserirmi nel contesto delle città europee che sono molto diverse dalla realtà da cui provengo. In Europa ci sono pochissime opere moderne e tantissimi lavori di restauro che tendono a portare a nuovo le vecchie strutture. Nelle città», dice, «si vive un vero e proprio contrasto fra antico e moderno, un contrasto che in Giappone non esiste. L'opera può sembrare molto semplice», ha sottolineato l'artista, «ma in realtà vuole riprodurre il movimento della natura, ha quindi un significato molto forte e importante».Il materiale usato sarà probabilmente plexiglass o resine che mantengano la trasparenza. L'altezza sarà di 6 metri e la base quadrata di 3 metri di lato.
La struttura peserà tantissimo e potrebbero essere quindi necessarie modifiche strutturali (non è esclusa anche la modifica delle misure stesse).
«Spero», continua Ito, «che questa mia opera così diversa dalla tradizionale
cultura italiana venga apprezzata ed i pescaresi possano sentirla propria. La posizione è molto importante perché si trova perfettamente sull'asse che collega il mare alla stazione».
«La nostra Facoltà di Architettura», ha dichiarato il sindaco Luciano D'Alfonso, «ha giustamente deciso oggi di insignire di una laurea honoris causa Toyo Ito, che è senza dubbio uno degli intellettuali più interessanti del nostro tempo, poiché ha saputo cogliere ed affrontare la sfida della contemporaneità, coniugando la ricerca di nuove forme e di nuovi stili con la conoscenza e l'utilizzo delle frontiere più avanzate della ricerca scientifica e tecnologica. Questo monumento», ha continuato il sindaco, «conferirà una forte valenza estetica alla nostra piazza principale, che grazie al suo ingegno diventerà sempre di più un luogo capace di produrre emozioni e di suscitare sensazioni in dialogo tra loro. Pescara vuole accogliere questo dono del genio di Toyo Ito come un'occasione di rilanciare la nostra capacità di valorizzare e di vivere sempre meglio i nostri spazi pubblici».
Alessandra Lotti 

14/10/2005 

...........Così ieri la stampa locale.

OGGI
....in piazza Salotto il Calice è imbracato entro una struttura in ferro in attesa di essere
trasferito

 

LA POLEMICA

L'OPERA D'ARTE IN FRANTUMI.
Per la prima volta ecco i disegni originali del progetto dell'architetto giapponese Toyo Ito. Sono questi i disegni che hanno accompagnato il progetto e che raffigurano l'idea originale del Huge Wine Glass. Il risultato finale, però, oltre che essere finito indecorosamente, risulta di gran lunga difforme.
I disegni parlano chiaro.
La prima differenza sta nelle dimensioni. L'opera doveva essere più mastodontica, imponente: sei metri di altezza per tre di larghezza e profondità. Quella che abbiamo visto a piazza Salotto invece era 5 metri per due. Una modifica in corso d'opera che la ditta esecutrice, la Clax Italia, dice di aver concordato con il Comune di Pescara per una serie di ragioni. Che vi siano state difficoltà di realizzazione non è un mistero. Secondo alcune versioni il peso sarebbe stato eccessivo e questo avrebbe comportato sia difficoltà nell'assemblaggio che nel trasporto e nella resistenza.

Si sarebbe pensato così di ridurre le dimensioni.
Ma c'è dell'altro che emerge dal progetto. Come si può notare il calice doveva avere funzioni ben precise ed un impatto visivo ben differente.
Sotto la base interrata doveva lavorare una pompa che doveva servire a mettere in circolo il liquido rossastro creando delle bolle e la sensazione del movimento come fosse un vero e proprio calice gigantesco di vino. Probabilmente anche questo "marchingegno" aveva conferito all'opera il ruolo di fontana che, pare ovvio, oggi di fontana non ha niente.
Doveva essere un' opera d'arte che avrebbe stimolato i riflessi del liquido, avrebbe incuriosito e reso "dinamica" l'opera. Anche questa parte è sparita del tutto trasformando il parallelepipedo in un blocco di plexiglass unico di due colori.

Nessun movimento, nessun riflesso cangiante del liquido, nessuna bollicina che sale, nemmeno una goccia d'acqua se non quella della vasca sottostante.
Un risultato finale diverso dunque dal progetto originale ideato dall'artista e che pare egli stesso abbia avallato in seguito. Eppure non si conoscevano questi particolari. Ma il problema potrebbe essere un altro. E' su questi disegni e su questo progetto che le ditte sarebbero state chiamate a fornire i loro preventivi. Stando a quanto riportato nella delibera solo una ditta avrebbe risposto fornendo, su quei disegni, un preventivo di 1 milione e 650 mila euro.
La Clax dunque aveva stimato in quel prezzo la realizzazione dell'opera originaria.
Su quel progetto le altre ditte probabilmente vista la complessità hanno deciso di non inviare il preventivo. Ma poi le cose sono cambiate. La pompa ed il liquido sono spariti e il calice si è ridotto.
Riducendosi viene da pensare che si sia ridotto il costo e dunque il prezzo.
Eppure sempre sulla delibera di giunta si parla di un contributo di 650mila euro della Clax Italia.
Come è stato calcolato tale contributo?Mistero nel mistero che ora dovrà essere sviscerato dalla nuova inchiesta affidata al pm Paolo Pompa e alla Squadra mobile che ieri ha sequestrato le carte del Comune. Mistero anche sulla nuova figura spuntata dal nulla: quella di un misterioso consulente e di una società che avrebbe curato i rapporti per conto del Comune con le ditte che si presume siano state contattate.

«Chiediamo ufficialmente alla Commissione consiliare Vigilanza di invitare con urgenza i responsabili della Clax Italia, la ditta che ha materialmente costruito lo Huge Wine Glass, nella prossima riunione fissata per martedì».
E' quanto hanno chiesto il capogruppo del Popolo della Libertà al Comune di Pescara, Luigi Albore Mascia, e il consigliere comunale Pdl, Marcello Antonelli.
«Finalmente dall'impresa potremo avere chiarimenti circa i 'conti' relativi alla realizzazione del manufatto, soprattutto potremo avere la documentazione cartacea relativa al pagamento del 'calice' che, in teoria, doveva essere coperto dai due sponsor privati. Resta però l'amara considerazione che su tale vicenda continua a esserci un alone di mistero ben lontano dallo svanire».
«In particolare alla Clax chiederemo notizie utili in merito ai pagamenti e ai contratti eventualmente stipulati con il Comune o con i privati che avrebbero poi dovuto pensare al pagamento dell'opera», spiegano i consiglieri di centrodestra, «sino ad oggi non abbiamo visto fatture, dunque non sappiamo se effettivamente gli sponsor abbiano o meno pagato la costruzione della scultura, né tantomeno abbiamo letto contratti che regolassero i rapporti tra gli sponsor privati e la stessa Clax per stabilire conti e modalità di pagamento. Di fatto oggi non sappiamo neanche se il Comune sia o meno comproprietario del 'calice'.

Circostanze che sicuramente la ditta sarà in grado di chiarire alla città mostrando finalmente tutte le carte e restituendo trasparenza all'intera vicenda.
Restano però alcune considerazioni: comprendiamo il disagio di una ditta tanto celebre nel trovarsi, suo malgrado, trascinata in polemiche inevitabili quando parliamo del cedimento di una scultura destinata a durare secoli e invece crollata dopo soli 64 mesi dalla realizzazione. Ovvio che si dovranno accertare le cause di tale cedimento: nell'attesa è bene però puntualizzare che quella del maestro Toyo Ito è stata un'opera di ingegno ben pagata dal Comune che ha sborsato 240 mila euro, anche se la giunta ha sempre ribadito che la scultura sarebbe stata a 'costo zero' per la città, oggi sappiamo che non è così.
La Clax, dal canto suo, ha invece realizzato un'opera 'industriale' seguendo le indicazioni dell'ideatore, e purtroppo non si tratta di un'opera 'unica' se è vero che può essere replicata.
 La Gioconda è un'opera d'arte unica, la Pietà di Michelangelo è un'opera d'arte unica, non lo Huge Wine Glass, che, con l'autorizzazione di Toyo Ito, potrebbe essere riprodotta identica in 50 modelli da posizionare in 50 piazze nel mondo».
20/02/2009 14.51
by PRIMA DA NOI .it