SETTIMOPIANO/TERMOLI
«settimopiano è un'anomalia. È la mia casa privata che si apre a chi ne ha bisogno.
A volte è necessario “fare spazio”, farlo in senso letterale. Io sono cresciuto artisticamente grazie al Premio Termoli di Achille Pace e al MAACK di Casacalenda e penso alle nuove generazione che mi auguro possano avere l'ampiezza, lo spazio, l'aria necessaria alla crescita. Sono di ritorno da un lungo periodo passato a Kassel per sviluppare una ricerca che interseca documenta 14 al paesaggio e ai temi globali. Vorrei restituire qualcosa di questo grande donativo, restituirlo alla terra delle mie un po' sradicate radici.
settimopiano è la mia casa, ma anche il mio atelier e il mio studio. Mi occupo da alcuni anni di progettazione della città e del paesaggio, di arte contemporanea e poesia concreta e così ho chiesto a Maxim Gostyuzhev, manager di talento e promotore culturale, di propormi ed aiutarmi a curare un progetto culturale per dedicare 'la stanza degli ospiti' all'arte contemporanea che trovo in sintonia con i miei percorsi. Vogliamo dare spazio alle esperienze legate al territorio, ma anche a quelle di rilevanza internazionale, nel tentativo di portare qui ed ora espressioni creative nel panorama contemporaneo che riteniamo importanti per lo sviluppo di un nuovo tipo di pensiero.
L’evento che darà abbrivio a settimopiano sarà un omaggio al lavoro di Massimo Palumbo che ha appena concluso due mostre personali a Madrid ed è padre del MAACK. La mostra si chiama Attraversamenti del bianco perchè è una retrospettiva dell'artista spesso ha attraversato il bianco, un momento di purezza, di chiarezza assoluta, per arrivare a conclusioni diverse nei diversi 'momenti' della sua produzione.
Probabilmente ci sono altri ricercatori come me un po' dispersi e sparsi. Sarà presto possibile consultare la mia biblioteca di arte contemporanea, territorio-paesaggio e poesia. Magari avverranno scambi di idee e di conoscenze. Per ora absterà suonare il campanello e salire al settimo piano e ogni ospite sarà accolto. D'altra parte Tony Vaccaro in una mia intervista ha detto che il Metropolitan di New York è nato più o meno così: svuotando una stanza e esponendo delle opere. Non so se è proprio vero e comunque non aspiro a tanto.» Michele Porsia (art director)
settimopiano
attraversamenti del bianco
| Massimo Palumbo | dal 24 al 31 Agosto 2017
a cura di Maxim Gostyuzhev
Vernissage: Giovedì 24 agosto 2017, ore 19:00Introduzione critica di Maddalena Marinelli - segue aperitivo presso Settimopiano - Via Cannarsa 23, Termoli (CB)
info: + 39 328 6826021 | micheleporsia@gmail.com
Reliquie. Ossature. Piccoli frammenti di vita, di tormenti, di storie.
Eppure c’è un tassello mancante che si tramanda da opera in opera sfuggendo a noi e all’autore
andando a seminare altrove.
Massimo Palumbo tesse la sua silenziosa scrittura drammaturgica.
La materia transita dal riconoscibile all’estraniante, si parcellizza, si moltiplica, si assembla, deflagra fino
al confronto con altri due artisti locali di diverse generazioni: il maestro Achille Pace presente con la
serigrafia ‘Cerchi incompleti’ e il giovane Michele Porsia con ‘Ricomposizione – omaggio a Massimo Palumbo’,
una cartella di Palumbo rovinata dall’accidentale caduta di un bicchiere di vino e poi strappata. Porsia la
ricompone, gira i pezzi e la ‘ricuce’, trasformandola da semplice contenitore in opera.
‘Attraversamenti del Bianco’ apre l’attività di Settimopiano un nuovo luogo rivolto all’arte
contemporanea nel cuore della cittadina molisana di Termoli.
Uno spazio/stanza da riempire o da svuotare? Meglio dire da pensare e in cui quel clima di riservatezza
rimane condizione necessaria.
Il concetto di ‘camera’ diventa emblematico, aprendo plurimi scenari.
Maddalena Marinelli
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Maddalena Marinelli (1977) è una critica d'arte e di cinema. Per lei «l’arte è l’anima del mondo, evita che il mio inconscios’ingravidi di deformi bestie nere».
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Per Achille Pace.
Poi la fortuna, il caso, le situazioni della vita e conosci un maestro, un vero maestro dell’Arte Contemporanea Italiana: Achille Pace. Una figura d’artista, direi unica, che con discrezione e generosità ti parla di sperimentazioni e di avanguardie creative.
……Termoli, via Umberto I, una casetta bianca, fine luglio del 1990 e suoniamo al portoncino di casa Pace. Tra le mani un cataloghino, quello che raccontava il fuori dalla gabbia di Tonino D’Erme, la mostra per la prima edizione di Kalenarte a Casacalenda. L’emozione è tanta, Achille Pace per me un mito, un maestro e poi nel salire le scale, improvvisamente tornano alla mente le tante occasioni, i momenti in cui partivo da casa , per essere a Termoli e vedere il Premio. Premio che da solo e per passione andavo a vedere e parliamo dei nostri diciassette, diciotto anni. La formazione di scuola liceale era limitata al quadro, al pittore….ai classici ma gli anni sessanta raccontavano altre cose e ,queste, tutte fuori dalle aule scolastiche. L’Arte Contemporanea per me una scoperta a Termoli, al Premio Termoli di Achille Pace e una serie di layer si sovrappongono nella mia testa, ricordi, flasches che riguardano quanto so di Pace e questo mentre mi avvicino al soggiorno della sua residenza estiva, ricevuto dalla sua signora. Una casa semplice, modesta direi. Fa caldo, lui arriva. I convenevoli…. (1)
Quasi trent’anni da quella calda giornata di luglio ed in questo modo abbiamo conosciuto Achille Pace. Da allora posso dire che mi fa immenso piacere incontrarlo ed è sempre una grande emozione parlare con lui. Achille, il saggio, il grande vecchio della generazione di mio padre e il fascino del suo porsi, del suo raccontare che è unico e con l’eleganza che lo caratterizza si avventura nell’universo dei saperi, tra le insidie della ricerca artistica …L'impegno è difficile e rischioso ma è l'unico modo per non essere asserviti e comandati, a proprio rischio di perdersi… dice. E’ proprio così caro Achille e l’oggi si combatte su questi temi, su questi problemi …sei stato definito "il poeta del filo" partendo proprio dalla fragilità e dalla forza di un mezzo povero ma ricco di significati che ha espresso poeticamente il tuo mondo sensibile. Il tuo “filo” (2) ci ha affascinato da sempre ed era, ed è la tua idea di bellezza oltre ad essere ricerca, immaginazione, pensiero, progetto, esercizio all’utopia. Il tuo lavoro è stato sempre rivolto ai giovani in particolare e sei sempre tu a ricordarci quando Giulio Carlo Argan affermava - con grande lucidità di visione e di pensiero - che "senza immaginazione non v'è salvezza". Oggi ti ritroviamo qui nella tua Termoli e nulla è casuale, al Settimo piano o… al settimo cielo vorrei dire e ti sappiamo felice, perché sei a Termoli e dei giovani ti hanno invitato in uno spazio nuovo per la città. Loro dicono che si tratta di una anomalia, una casa privata che si apre all’Arte. Sarà anche una anomalia, ma direi che non c’è nulla di più bello di una cosa vera, sentita, senza artifizi o finzioni. Un luogo particolare, un appartamento, un’operazione genuina fatta con l’anima, lontana di sicuro da certi teatrini vuoti e insignificanti che a volte riempiono il mondo dell’arte.
Oggi Michele Porsia e Maxim Gostyuzhev ti accolgono con affetto e noi sappiamo che i semi buttati prima o poi danno i giusti frutti. Penso che il tuo lavoro, una delle pagine più interessanti dell’Arte Contemporanea Italiana del Novecento, è già storia ed insegnamento per generazioni diverse e sicuramente troverà quanto prima il degno riscontro nella città che hai amato alla quale hai dedicato tempo, energie ed intelligenza. Nulla è perso caro Achille e sono certo arriverà il momento in cui il tempo rimetterà ordine anche a risvolti amari subiti. Il Premio Termoli, la collezione della Galleria Civica D'Arte Contemporanea di Termoli sono opere che parlano di te e non potrebbe essere diversamente. Il resto è vacuo disturbo o semplici superfetazioni. Quando, trovandoci di fronte ad un opera d’Architettura, c’è bisogno di fare pulizia, le superfetazioni i corpi estranei, vengono eliminati…
Tu stesso caro Achille in uno dei tuoi passaggi illuminati ci hai invitato a pensare ed a considerare il come muoversi : …Non possiamo negare di vivere oggi un momento storico particolarmente precario. La pace, la libertà, la nostra stessa esistenza sono precarie; ancor più precario si prospetta il futuro. Prenderne coscienza non significa adattarvicisi, bensì trovare la forza per libere scelte, necessarie per opporci ai pericoli che ci minacciano... Importante allora, la capacità di conoscere il mondo e di interpretarlo, dando prospettive nuove di carattere estetico, poetico e di pensiero. La mostra di oggi al “Settimo Piano” ci riporta “ sul filo del discorso “ ed il tuo è un argomentare che da lontano si evolve all’infinito toccando e coinvolgendo le nuove generazioni : il meglio che si possa fare in un momento storico particolare e pieno di insidie come quello che stiamo vivendo.
Lunga vita maestro…. grazie Achille!
Massimo Palumbo
Termoli 2 novembre 2017
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(1) Da “la coperta d’accidia” . Appunti per una possibile storia del progetto kalenarte di Massimo Palumbo .
(2)……Il filo segue , momento per momento, la nostra esistenza e ne testimonia, con il suo itinerario, i pericoli, la gracilità, il rigore, la forza il pensiero in tutte le sue manifestazioni. Essendo il filo un oggetto, è dunque fuori di noi ,ma ha anche in noi, nel nostro inconscio , profonde radici che ci fanno essere, in definitiva , quello che siamo…..
Achille Pace dalla Dichiarazione di Poetica 1959