sabato 18 marzo 2017

verso atene

 by carmelo baviglio



Verso Atene

Dobbiamo ringraziare Paolo Costanzo per questo sasso lanciato in quelle che potrebbero sembrare acque ferme. In effetti sappiamo che non è così…e quando mai non te lo aspetti, un qualcosa lievita sotto le ceneri..  il nostro grazie all’ordine degli architetti che oggi ospitano questo incontro. In effetti in queste stanze c’era l’abitudine a parlare,  a parlarsi e sarebbe bello se tale modo di fare si riuscisse come metodo a recuperare. 
Di recente ci siamo ritrovati ed abbiamo ascoltato la “ Lectio Magistralis” tenuta dall’ Arch. Rosalia Vittorini, dal titolo “Latina razionalista? Un caso da chiarire” evento_incontro voluto da “Italia Nostra” sezione di Latina e sull’onda di quella serata si spera chiarificatrice per noi, per la città …siamo qui invitati a riprendere quel filo e si spera di riuscire ad andare oltre.
Ricordiamo a noi stessi che le analisi che possono essere sempre insufficienti sono state in abbondanza fatte  e per quanto ricordiamo è dagli anni settanta se non da prima che si indaga su Littoria, sulla bonifica sui territori dell’Agro Pontino, sull’urbanistica e sull’architettura di quanto realizzato… abbiamo conosciuto e studiato le citta del silenzio…come scriveva  Alberto Moravia.
Sono state fatte mostre sia sulla bonifica che sulle città di fondazione, noi stessi abbiamo alzato i primi veli su Angiolo Mazzoni Architetto e le sue opere, facendolo conoscere alla città. Meritorio in città il lavoro che prosegue nel tempo della Casa dell’Architettura nel catalogare le trasformazioni che nel tempo avvengono.
Un lavoro notevole grazie all’impegno di colleghi come Pietro Cefaly e di quanti  ruotano intorno alla Casa dell’Architettura.
Nel tempo trascorso si è fatta divulgazione ed anche letteratura… oltre alle tante forme di collezionismo e molto spesso di fanatismo. Ecco, e  se mi è permesso sappiamo tutto fino al punto d’essere riusciti ad entrare perfino nelle camere da letto di qualche…grande gerarca. Cosa centra. Centra direbbe Pennacchi  e ci spiegherebbe il perché  ed il per come.  Diciamo che dal periodo in cui non sapevamo chi mai fossimo…. ci ritroviamo oggi a sapere molto bene quali  sono le nostre radici e molti di noi possono vantarne addirittura il doppio, tanto da riuscirne a mescolare conoscenze, abitudini ed altro .
Questo il tempo trascorso, l’oggi invece ci vede in grande affanno.
Parlare di città, di architettura o di urbanistica è diventato un problema e come gruppo sociale siamo in silenzio da tempo. La società liquida al contrario si esercita a buon titolo, raccontandoci tutto e il contrario di tutto. Personalmente avrei problemi a mettere mano in una sala parto. A Latina il contrario invece è possibile.
Condivido Antonio Pennacchi quando dice che… Architettura ed urbanistica attengono da sempre alle categorie dell'arte, e poi ancora ……. Se dall'arte e dalle intuizioni liriche siete invece passati alla burocrazia….. No penso proprio che nessuno sia passato alla burocrazia… l’architettura la fai se parli di poesia, di etica e dei valori che la sanno raccontare, altrimenti racconti  di edilizia …e non credo che il nostro incontro si poneva obiettivi di questo tipo. 
Parlavo prima di affanno,  e mi piace di aver letto proprio in una mail di Pennacchi, la parola “modernità”, si perché il nostro problema  fatte le giuste analisi, è il nuovo, la contemporaneità  dove  il nostro  presente  dovrebbe essere letto in continuo ‘divenire’, completamente svincolato dall’ossessione del passato e del futuro. Futuro che dovremmo saperlo interpretare, capace a riconsiderare  criticamente e in modo dinamico la storia, inglobandola nel processo di auto-ridefinizione della società…. 
Ecco tutte le volte che qualcuno ci ha provato con  idee, proposte.. i pensieri nuovi si sono liquefatti nel nulla. Tanti i progetti, diversi i concorsi….e non è possibile che in tanti anni, non possa aver avuto esito positivo almeno uno e sino alla sua realizzazione.
C’è un qualcosa che non va …. Direi  un fatto culturale da rimuovere o addirittura da costruire….
Sempre Pennacchi dice:  ….non sta scritto da nessunissima parte che ogni generazione debba inventarsi un modo nuovo di fare le città. La città è un costrutto storico ed è un costrutto storico anche il modo di farla e progettarla. Un crescere ed evolversi per gradi, a stratificazioni successive….
E’ vero e condivisibile, ma non sta scritto da nessuna parte che non si possa avere o vivere per una “prospettiva culturale”  che porta al nuovo, alla modernità. …capace di capire il giusto valore della contemporaneità…e quindi cambiare, mutare i paesaggi del nostro quotidiano.
E’ questa invece, alle scale diverse, un’epoca di grande demolizioni. Si progetta e si costruisce poco , mentre si passa larga parte del tempo a distruggere…a segare .
Si distruggono città, idee, politiche, legami, popoli ed individui. La filosofia del nostro tempo non sembra avere più la forza per arginare o, quanto meno comprendere il tumulto epocale nel quale versiamo.
Ecco il senso di questi incontri, per quello che mi riguarda, dovrebbe essere l’occasione  per  discutere e di realizzare se possibile una base culturale, un contributo a favore di quella prospettiva di cui sopra.  Latina, la città ha bisogno di questo. Saluti a tutti.

massimo palumbo

16.03.17