Lion Krier a Latina/Littoria
dice un architetto all'uscita delll'incontro convegno tenutosi ieri sera a Latina ospite l'Architetto Urbanista Leon Krier dopo aver visto il video del Progetto di riqualificazione urbana a Tor Bella Monaca - Roma ..........Orrore! Fossero gli archi il problema... Il progetto è la vergognosa riproposizioni in cartapesta di modelli architettonici e urbani, quindi sociali, obsoleti. Nel progetto non c'è alcuna invenzione, non c'è alcun riscatto per noi abitanti, prigionieri di un glorioso passato che ci condanna ad essere sempre altrove da qui, ora. Sveglia italiani, sveglia!...ci stanno vendendo della merce avariata. Chiediamo di più, chiediamo il meglio ai nostri politici. Pretendiamo Cultura e Sensibilità per il contemporaneo, che può essere anche bello e umano ed è questo il compito difficilissimo che noi progettisti siamo chiamati a svolgere. Ma questi mostri no! Sono il frutto di una sotto-cultura che non è in grado di dare degna forma alle nuove istanze della società.
Firmato: un architetto come tanti che ama il suo lavoro come le persone.......
dice Luigi Prestinenza Puglisi : ........
Per Leon Krier la città ideale è fatta dalla contrapposizione tra un’edilizia vernacolare ed edifici monumentali, tuttiin stile. Considerato il successo che sta riscuotendo presso alcuni architetti e le autorità che si occupano dell’Eur, abbiamo più di un motivo per preoccuparci.
Dove preferirebbe vivere, a Manhattan o a Poundbury? A
Poundbury naturalmente, mi risponde Leon Krier, che oltre a essere progettista
di questo oramai famoso villaggio in stile, è consigliere del principe Carlo,
uno dei principali teorici del cosiddetto New Urbanism , nonché autore di
numerosi interventi edilizi ultratradizionalisti. L’occasione per porre la
domanda e' l’incontro svoltosi il 7 febbraio a Roma, organizzatodal neonato
Centro Studi dell’Architettura Razionalista e dall’Ente Eur s.p.a. Chiara, anzi
chiarissima, la posizione dell’architetto di origine lussemburgese.Viviamo
-sostiene Krier- in un mondo non sostenibile, ubriaco di energia che prima o poi
dovrà fare un passo indietro, passando da una tecnologia High ad una Low conun
approccio più responsabile verso i materiali e il luogo. Ciò vorrà dire
abbandonare non solo gli odierni edifici realizzati nella massima indifferenza
del risparmio energetico ma anche accorgimenti di moda che oggi fomentano una
falsa idea della sostenibilità, come per esempio i pannelli solari o gli
artifici ultra sofisticati che stanno sperimentando architetti di grido quali
Norman Foster o Richard Rogers. E scoprire la tradizione, valorizzando
quell’atteggiamento, tipico delle culture regionali, che non va alla ricerca del
nuovo per il nuovo ma che punta alla buona costruzione, alla durabilità, al
risparmio delle risorse. L’energia fossile – continua Krier- ha invece bruciato
la mente degli intellettuali e la mente collettiva. Tanto che oltre a
dimenticare le tecnologie tradizionali, abbiamo prodotto città invivibili
piuttosto che habitat dal volto umano in cui tutti i servizi principali possono
essere raggiunti in cinque o la massimodieci minuti di passeggiata.E per parlare
del caso romano, realizzando mostruosità quali Corviale o Spinacelo dove non e'
possibile individuare una logica del disegno urbano. Da qui il bisogno di
riscoprire un quartiere come l’Eur dove l’architettura tradizionale si coniuga
con un progetto urbanistico razionale.
Inutile tentare di convincere Krier che le vecchie
tecnologie, se sono state abbandonate, era perché richiedevano sprechi di
energia umana, e quindi costi, insostenibili. Per lui anzi, il cosiddetto
Colosseo quadrato, uno dei monumenti dell’Eur più insulsi, avrebbe dovuto essere
costruito senza cemento armato, tutto in pietra . Ed ugualmente inutile fargli
notare che una delle critiche principali che i razionalisti, quelli veri come
Pagano, muovevano all’Eur era l’inconsistente monumentalità, lo spreco di
materiali, l’irrazionalità costruttiva ( porticati alti più di venti metri,
portoni giganteschi, scalinate senza senso) e l’ inefficiente disegno urbano che
prevedeva sin dall’inizio un quartiere spaccato letteralmente in due dalla via
Cristoforo Colombo.
L’Eur, invece, e' per Krier un’opera dove la piccola scala
si coniuga con quella più rappresentativa, un possibile laboratorio per
sperimentare un nuovo approccio alla città. Fosse per lui, lo dividerebbe in
quattro quadranti, ciascuno dotato di una piazza all’italiana demolendo quegli
edifici, soprattutto pubblici realizzati a partire dagli anni cinquanta, che ne
hanno deturpato l’aspetto. Piccolo e' bello: sono gli architetti – sostiene- e
non l’uomo della strada, coloro che distruggono la città con le loro idee
megalomani, e per fortuna che gli si e'dato poco ascolto. Vi immaginate –
continua- cosa sarebbe successo se i governanti avessero concretizzato le idee
urbanistiche di Le Corbusier o degli Archigram? Poi, lasciandoci addirittura
allibiti, cita il ruolo positivo di Marcello Piacentini. Per lui un grande
costruttore di città, dimenticando i disastri compiuti dal principe degli
architetti del fascismo: da viadella Conciliazione agli sventramenti delle
principali città italiane. Ma tant’e', in fondo per Leon Krier la città ideale
e' fatta dalla contrapposizione tra un’edilizia vernacolare ed edifici
monumentali, tutti rigorosamente in stile. Considerato il successo che sta
riscuotendo presso alcuni architetti e le autorità che si occupano dell’Eur,
abbiamo più di un motivo per preoccuparci.
Apparso su Edilizia e Territorio (2006)
Anche noi qui a Littoria/Latina siamo abbastanza preoccupati: non vorremmo imbatterci in una Q/6 o in una Q/7 in stile modello outlet Castel Romano...faremmo fatica a capire quale il vero quale il falso. Incrociamo le dita.
14.12.12