mercoledì 8 gennaio 2014

MAAM/ROMA



                             MAAM, il Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz ROMA


 MAAM   "i Guerrieri della Luce"  di Stefania Fabrizi


Andando fuori Roma sulla via Prenestina, prima del raccordo anulare, non si può non vedere una grande torre azzurra con una luna bianca: è la sede del MAAM, il Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz al numero civico 913.
Domani il MAAM apre le porte per una grande festa dell’arte contemporanea: più di 80 artisti daranno vita a mostre, installazioni, performance e non mancheranno proiezioni di video e concerti. Ospite d’onore della serata sarà Michelangelo Pistoletto che ha voluto gemellare la sua Cittadellarte di Biella con il MAAM di Roma.
Ma il signore dell'arte Povera sarà anche al MAXXI, con una grande installazione nella lobby del museo, che domani dalle 11 alle 22, replicherà il simbolo del Terzo Paradiso costruito da bambini e adulti con i libri, nuovi e usati.
Metropoliz, o come ama definirsi "città meticcia”, nasce nel 2009 dall’occupazione da parte di famiglie italiane e straniere, Rom compresi, della ex fabbrica di salumi Fiorucci, abbandonata da decenni. Questa comunità di più di 150 persone nel 2012 ha aderito con entusiasmo alla proposta dell’antropologo Giorgio De Finis di realizzare all’interno di Metropoliz un museo di arte contemporanea, il MAAM appunto, iniziando così attraverso interventi artistici un percorso di recupero e riuso non solo abitativo di questo ampio complesso industriale. "Mi interessava provare a riprodurre la situazione propria del museo in un contesto che ha avuto tutt’altra funzione” racconta De Finis che non è nuovo a progetti di questo genere. Nel 2011 De Finis aveva infatti già conquistato il consenso degli abitanti occupanti, coinvolgendoli con il suo collega Fabrizio Boni, nella realizzazione del film "Space Metropoliz " (www.spacemetropoliz.com). Il film documenta il progetto surreale della reale costruzione da parte degli abitanti e di artisti volontari, di un razzo che avrebbe portato tutto il popolo di Metropoliz sulla luna per trovare finalmente una vita migliore che sulla terra.
Sono sempre più numerosi gli artisti italiani e stranieri che hanno accettato l’invito a venire a lavorare in forma completamente gratuita al MAAM, interagendo con gli abitanti e godendo della loro ospitalità. Le opere, una volta terminate, entrano a far parte della collezione del museo, rendendolo sempre più riconoscibile non solo in Italia, ma anche all’estero, come polo culturale privo di qualsiasi finanziamento pubblico e privato. Questo capitale artistico in continua crescita può avere un ruolo determinante nel proteggere il MAAM da un sempre possibile sgombero forzato dell’intero stabilimento. Gli abitanti di Metropoliz hanno lottato a fianco dei Blocchi Precari Metropolitani per difendere la loro occupazione, perché non va scordato che il MAAM è un museo abitato, un modello di residenza sociale unico.
Per dirlo con le parole di Pistoletto: «Il MAAM è un luogo fuori dai contesti ufficiali, dove si lavora per la responsabilità, si lavora per l’economia, si lavora per una società diversa».
E nel giorno della rinascita anche Bologna si mette in prima linea: alla Galleria + (ex Oltredimore), va in scena "Kairos. It’s time to change and re-birth", a cura di Raffaele Quattrone, con le opere di Roberta Cavallari & Lucia Anselmi, Giovanni Longo, Sabrina Muzi, e con la partecipazione di Ylenia Giacobone. Qui è l'antico lemma greco contenuto nel titolo la parola "magica” per descrivere una particolare condizione sia del tempo che dell'azione che arriva attualissima a migliaia di anni di distanza: «Dobbiamo avere la responsabilità di cambiare avvicinandoci agli altri, dando priorità al rispetto per gli altri, alla natura, a coloro che nasceranno. Bisogna ritrovare quell'equilibrio al quale il Terzo Paradiso ci invita. Solo con questa nuova forza possiamo ri-nascere. Solo con questa nuova forza possiamo cambiare il mondo» spiega Quattrone. Un nuovo 21 dicembre, il secondo della rinascita. Auguri a tutti. (Pierluigi Sacconi)