lunedì 4 marzo 2013

palazzo comunale di casacalenda









Palazzo Comunale di Casacalenda
architetto massimo palumbo
 (1980-1988)
……….dalla relazione illustrativa del progetto. Stralci.
Quando gli Amministratori decisero di ristrutturare il Palazzo Comunale di Casacalenda, era il 1980, si pensò che era giunto il momento di intervenire adeguando l'intera struttura dell'edificio alle nuove esigenze partecipative dei cittadini; l'edificio costruito nei primi anni del 900, pur non essendo edificio di particolare valore architettonico, presentava alcune valenze che comunque si è creduto opportuno conservare e valorizzare.
Si pensò che una riorganizzazione dei servizi e una loro maggior razionalizzazione erano necessari per avere in prospettiva un diverso uso del palazzo comunale, un uso di tipo sociale da parte di tutta la cittadinanza.
La progettazione ha tenuto costantemente conto di queste volontà ed ha individuato proprio nel riuso dello spazio-corte interna al palazzo “il luogo principe" intorno al quale far ruotare tutte le altre attività e servizi (da quelli amministrativi a quelli di carattere culturale).
L'aula consiliare o spazio polifunzionale, è stato il punto di partenza per tutta la progettazione.
Analizzando i collegamenti ed i percorsi essa risulta centrale e integrata agli altri servizi, è godibile a due altezze diverse per poter favorire l'ascolto e la partecipazione di un numero maggiore di cittadini.
La ristrutturazione dell'edificio ci ha permesso inoltre di poter  raddoppiare i metri quadrati fruibili. Sono stati recuperati tutti gli spazi sottotetto, che sono risultati di notevole valore architettonico-spaziale.
L'intervento è stato rispettoso, dei volumi, degli spazi, dei materiali, cercando sempre….. il dialogo e un rapporto costantemente dialettico con i nuovi materiali e le nuove tecnologie ovunque fossero necessarie. Da qui l'uso e la contrapposizione del cemento armato e del legno, del ferro e della muratura, del vetro e del plexigas.
L’atteggiamento progettuale è stato quello che si ha nel rivisitare porzioni di città, togliere dove necessario, inserire per esaltare: il gioco sapiente….per poter fare architettura.
Il nuovo intervento allora risulta sempre leggibile e si contrappone rispettando il contenitore di sapore primo 900”. Il tutto risulta integrato in un unico organismo spaziale
La copertura dell’ aula consiliare in c.a. e la scala di accesso ai diversi piani del palazzo, in ferro e pietra, sono segni strutturali forti e leggibili nel contesto e realizzati con materiali poveri.
La presenza di un piano intermedio nell'aula ConsiIiare è giustificata sia da motivi di articolazione dello spazio interno sia da motivi funzionaIi (aumento della recettività dell'aula e sua possibile utiIizzazione per altri usi di interesse culturale).
Il percorso anulare di affaccio sulI 'aula Consiliare garantisce la non interferenza delle funzioni di questa con quelle degli altri ambienti, ma allo stesso tempo la caratterizza opportunamente come luogo centrale e simbolico del centro civico.
Proprio la tensione progettuale a dare a questo spazio centrale una forte caratterizzazione ha orientato il progettIsta per quanto riguarda la copertura verso una scelta integrata di forma e struttura, che differenziasse in modo deciso lo spazio centrale di nuova acquisizione.
Si rafforza così formalmente l'idea di centralità di cui si è espressa poc’anzi l'intenzione progettuale, evitando però mediante opportune scelte formaIi e funzionaIi (aperture e percorsi) la rigidità di un impianto simmetrico da un punto di vista spaziale.
La progettazione individua, nel riuso dei cortili interni all'edificio, i due luoghi di maggior partecipazione: da una parte l'Aula Consiliare, dall'altra il Museo Civico,con annessa biblioteca e Pinacoteca Comunale. La copertura é una struttura in cemento armato sorretta da quattro esili pilastri in ferro.
Anche per il museo civico, si é ritenuto opportuno legare le funzioni diverse (biblioteca, museo) e spazi per attività culturali, con piani integrati tra loro,a quote diverse. La copertura, in questo "Luogo",ha valore e significato diverso: le capriate sono in ferro e vetro……

“…….all’Architettura piace essere trasformata con cura ”
(Alvaro Siza), 
alcune considerazioni a margine del progetto….Un progetto bocciato dal geometra comunale
……… un occasione minimale, come altre per tentare di fare architettura, da vivere come momento irrinunciabile di poesia per un  luogo : uno spazio che deve dare emozioni.
………il plastico biancore mediterraneo, la luce, la leggerezza, lo spazio e il rapporto costante dell’uomo che vive il luogo: l’architettura sempre sottintesa come mezzo per amplificare l’azione dell’uomo, ed intensificare la sua esperienza quotidiana.
……… L’alzato e la pianta che vivono in continua tensione il pieno e il vuoto, spazi positivi e negativi
……. la semplicità, come dominio della complessità e delle contraddizioni , quando nello specifico una nuova struttura si confronta con quello che la precede e la circonda.
……………..il far si che anche operando intorno ad un architettura minima la sfida è sempre quella di rendere un senso di grandezza al tema progettuale che ci troviamo sul tavolo da disegno……

 “…………penso che il bello non sia una sostanza in se,
 ma solamente un disegno di ombre
 prodotto da un gioco di chiaroscuro ,
con la giustapposizione di sostanze diverse….. “
( Junichiro Tanizaki) 

1988