venerdì 1 marzo 2013

secondo premio ernesto lusana





Perché il Concorso d’idee.
Abbiamo sempre pensato che la politica per la qualità dell'architettura è porre all' attenzione, non solo degli addetti ai lavori ma della società civile in genere e del mondo politico uno strumento in grado di garantire una reale concorrenza, fondata sulla qualità del prodotto: il concorso di architettura.
In Italia e  non ci stancheremo mai a dire,  si fanno ancora  pochi concorsi di idea di architettura.  Nella nostra provincia poi, escluso qualche caso molto, molto isolato, la cosa è molto più grave.
Credo non si sa neppure cosa siano, nel senso che vengono ignorati. Questo in un quadro generale ove per la realizzazione di opere pubbliche la Legge MerIoni invece l'istituisce come obbligo.
Malgrado la legge, non si tengono concorsi, mentre, contrariamente a quello che accade in Europa, si fanno  limitate gare di progettazione e non sempre anzi molto di rado, segue la realizzazione dell' idea premiata.
Le "idee" sono, la traduzione e la visibilità della cultura architettonica contemporanea. Il risultato di un concorso dipende da come è immaginato, definito e proposto, in relazione anche ad una chiara sequenza degli obiettivi e delle finalità, tradotte in atti concreti e perseguibili sotto il profilo strategico ed economico.Risulta pertanto  particolarmente importante riuscire a creare sinergie tra le istituzioni e gli organi competenti la gestione e la promozione del territorio.
Certo e di questo ne siamo convinti, Il concorso non è il toccasana dei problemi legati alla crescita  delle città, ma è evidente che la qualità dell' architettura è anche da ricercare con il confronto che  alimenta la competizione e la volontà di produrre architettura di qualità.  I concorsi e le idee sono utili per far emergere buona architettura e costruire città miglior.Da troppo tempo invece la qualità architettonica in Italia è considerata un qualcosa di superflo, quando invece si sa che un' opera di architettura oltre a rappresentare un valore etico per la società è un bene sociale e un  investimento capace di riqualificare brani di città.La bellezza quando c’è non è solo un valore estetico, ma per la città diventa anche un valore economico che si traduce in valore aggiunto e in un investimento per il futuro.
Cosa invece risulta diffuso tra le amministrazioni pubbliche oggi, in  risposta alla legge Merloni. Il concorso-gara, che come sappiamo altro non è che come sedersi al tavolo di una roulette, come la definiva un nostro collega. Una gara che avviene per selezione di curricula, fatturato, ed altro,  dove a vincere,  vince chi ha più vinto e raramente riesce ad inserirsi chi non è di gradimento dell’Amministrazione; i bandi naturalmente vengono predisposti con elementi di selezione che a monte caratterizzano “il Prescelto”.   
In un quadro del genere appare quasi eroico inseguire concetti elementari, parlare di architettura, pensare addirittura alla bellezza! Ma il nostro intorno è fatto di questo e di tante altre contraddizioni.
Siamo convinti che il concorso d’idee è il sistema più corretto per raggiungere risultati di qualità architettonica e progettuale. Bisognerebbe creare delle alleanze tra pubbliche amministrazioni, imprenditori, architetti, e cittadini per rilanciare l’immagine delle nostre città e del territorio più vasto inteso come paesaggio.Un tavolo, uno sportello aperto come si direbbe oggi per altre iniziative, per trovare gli incentivi i programmi gli investimenti giusti che siano capaci di riportare al centro del processo edilizio, il progetto di architettura, la procedura dei concorsi, la qualità e l’innovazione degli interventi.
Perseguendo scenari di questo tipo, abbiamo trovato sinergia con la Camera di Commercio di Latina, che con noi ha condiviso gli obiettivi di questo Concorso.
Attraverso il Bando del Concorso, così come strutturato, abbiamo chiesto progetti innovativi, sul piano della ricerca architettonica e della sperimentazione. Era anche quello che si richiedeva, in occasione del primo premio Ernesto Lusana, e pensiamo possa ancora essere considerato il punto di partenza per questa seconda edizione. Abbiamo pensato ad un Premio d’Architettura che si apre alle molteplici possibilità e che offre il metodo del Concorso di progettazione, metodo, troppo poco conosciuto e troppo poco usato dai nostri amministratori. Come obiettivo abbiamo la qualità e l’innovazione negli interventi, capaci di ridare vivibilità e bellezza alle città per valorizzare anche con interventi minimali lo straordinario patrimonio delle nostre città.  
Pensiamo al concorso d’idee di progettazione e sia convinti che sia sempre “tempo” per cominciare e  di indagare, per offrire anche spazi di possibilità a chi queste occasioni le trova con difficoltà. Vogliamo  essere irriducibili nel pensare, che sia sempre “il tempo” di porre attenzione al progetto, alle idee, e ……quando capita, alle occasioni e agli avvenimenti che a volte riescono ad aggiungere “valori” agli orizzonti troppo spesso stretti, delle realtà che fanno il nostro quotidiano.
” promuovere il progetto d’Architettura”
E’  quanto si impose il consiglio dell’Ordine degli Architetti di Latina nel sostenere,  l’idea  del Premio Ernesto Lusana. Era per  ricordare un amico ed un architetto, Ernesto Lusana che tanto aveva dato all’Architettura come etica di valori che durano nel tempo, ma ci interessava anche  istituire a cadenza biennale, un premio d’architettura per sollecitare progetti nuovi e  innovativi capaci di valorizzare anche il senso della nostra contemporaneità .
Un Premio che fosse occasione periodica e cadenzata per discutere di Architettura e delle diverse tematiche ad essa collegate, ma anche  per avere momenti di discussione tra quanti hanno a cuore la sorte delle nostre città, degli ambienti e dei luoghi in cui viviamo. Gli architetti  sono coscienti del ruolo che  rivestire l’architettura per migliorare l’ambiente. L’architettura è un bene di tutti, un bene della società  anche perché può e deve  rappresentare  il punto di equilibrio fra lo sviluppo economico e la salvaguardia dell’ambiente
La prima edizione, ha visto nel celebrare il trentennale della costituzione del nostro ordine, una grande mostra e la consegna del Primo Premio d’Architettura  a progetti meritevoli di colleghi iscritti all’Ordine e che operano sul nostro territorio.
Una attenta riflessione di quanto è stato fatto, ci ha portato a considerare, che forse era maturo il tempo per un salto di qualità nel considerare il premio occasione da non perdere per aprire ad un concorso di respiro nazionale e verificare il progetto d’Architettura in un contesto e in un area ben individuata della nostra città. E’ stato così individuato  un tema di grande rilievo per la città e un area centrale del centro storico di Latina, un area irrisolta, fa da base a questo Concorso Nazionale d’Idee: l’area delle così dette Ex Autolinee.
L’ obiettivo, condiviso da quanti hanno voluto il Concorso è stato anche l’acquisizione di idee progettuali relativamente ad un area centrale del “centro storico” di Latina, teso anche ad individuare proposte mirate a sviluppare “il gusto di vivere la città” nonché a migliorarne la fruizione sociale ed economica.
L’augurio  che in questo momento ci sentiamo di fare, è che dal Concorso possano essere usciti contributi di novità e di qualità attraverso l’elaborazione di progetti innovativi, sia sul piano della ricerca architettonica e della sperimentazione, capaci di esprimere nuove sensibilità e  rappresentare  nuovi linguaggi,  nonché occasione per  indagare sulle potenzialità nei rapporti tra Architettura e Arte così,  come il Bando chiedeva e  auspicava..

 “……oltre il nonluogo,
ipotesi progettuali per uno spazio urbano di una città del novecento:
Latina…..”

Luogo, nonluogo, un concetto di alcuni anni fa che attende risposte e che al di la delle mode,  è parte di una problematica generale tutt’ora di grande attualità per il territorio italiano e che per quanto riferito al contesto della città di Latina pensiamo possa essere colto come valore-nonvalore, da studiare e capire ulteriormente
Giorgio Muratore alcuni anni fa a Latina in occasione della manifestazione Arcipelaghi d’Architettura diceva :
 “........effettivamente il problema del non-luogo, del caos, ........è un problema che qui si sente e c'è…. Cosa c'è più di non-luogo di questo posto, che prima era la pianura piena di zanzare, tremenda, poi dopo è stato il fiore all'occhiello degli anni 30-40, però è durato poco perché………. poi l'hanno dovuto subito nascondere, e quindi è diventato un non-luogo perché tutto il dopoguerra è stato segnato dal fatto di cancellare quell' orrendo luogo che era stato costruito negli anni trenta, e quindi era un non- luogo”.
Noi per dare senso e continuità al nostro lavoro abbiamo dato seguito a questa traccia pensando, come provocazione, di poter anche andare “oltre”. Nasce così il Concorso d’idee. Vogliamo sperare come inversione di tendenza, che questa  del Concorso d’Idee, non sia per Latina, per la nostra città,  un occasione unica ed irripetibile per proporre contribuiti e idee utili a ricucire quel vuoto e dare significato ad un spazio  irrisolto. Pensiamo invece che Latina, e il nostro territorio hanno bisogno di tante occasioni di questo tipo, e di  tanti interventi di microchirurgia come direbbe Francesco Moschini,
”…….. forse siamo in grado di ricostruire un senso del luogo a partire dalla rilettura stessa dei luoghi, come ci è stato insegnato da sempre a scuola, ma ne abbiamo perso probabilmente la memoria. Allora tra l'eccesso di progettuaIità della piazza brunelleschiana, e il rapporto con il luogo della piazza seicentesca, pensiamo alla dimensione della piazza metafisica……….., ecco credo che vada ritrovato il senso del rapporto con l'idea di microlettura…..”
Interventi nella città per ricucire porzioni di città, per legare Latina a Littoria o Littoria a Latina, ma anche  per ridare dignità alla marina, a porzioni urbane centrali, e a periferie, che non hanno alcuna voglia di rimanere tali. Periferie e dormitori senza anima che invece chiedono servizi e dignità da cittadini, periferie che vivono nel nulla e che hanno voglia di luoghi, di simboli di nuovi segni.
E’ sempre  il momento di andare “oltre”, di uscire dalle secche, di lavorare per la crescita di questo territorio; è il momento di rompere gli schemi e di essere propositivi.
“Oltre”……. per fare quadrato, non per una ennesima rifondazione, ma seguire comunque la storia di questa città, che comunque e a dispetto di noi tutti che la viviamo, va verso il suo destino. Il futuro di Latina fatto da chi la vive giornalmente e che per quanto riguarda il nostro ambito specifico di architetti, è un futuro comunque rappresentato dai nostri “segni”.
Franco Purini sempre in occasione di Arcipelaghi d’Architettura aggiungeva :” …….io ho l'impressione che Latina e il suo territorio siano giunti a un momento di svolta,' un momento di svolta che corrisponde a una situazione molto critica, ma anche a una condizione di, come dire, di grande privilegio nei confroniti del contesto delle città italiane. Spazi aperti collettivi, bene, non c'è spazio aperto collettivo di scala geografica più favorito, in Italia, forse, dopo la pianura padana, della pianura pontina. cioè noi possiamo leggere questo spazio considerando la pianura pontina come, minimamente, il più grande luogo collettivo di metà della penisola italiana. E un luogo collettIvo che è dotato di strutture straordinariamente efficienti, che ha raggiunto un punto critico di densità oltre il quale, ovviamente, nasceranno tutta una serie di problemi insoluti, ma a questo punto non è stato ancora raggiunto……
……Latina è una città, assieme ad altre nella pianura pontina, che ha il nuovo come antico, e quindi si trova in una condizione di assoluto appunto privilegio nei confronti di molte altre città italiane. E quindi sul piano del rapporto col nuovo come antico può insegnare molte cose alla cultura progettuale italiana e non solo…
……. La periferia di Latina, ovvero la città di Latina ha un tono, per così dire, urbano, un tono diciamo di civiltà insediativa che, non solo si è conservato, ma secondo me ha subito anche un certo incremento……..”
Il luogo o il nonluogo siamo noi a determinarlo, come cittadini, come architetti. Sappiamo che ogni epoca ha lasciato quello che poteva dare. Per noi oggi, anche attraverso questo Concorso d’idee il  contributo, l’occasione e la capacità di costruire uno scenario migliore di cui i veri attori sono le persone che abitano questa polis e che hanno fra le proprie mani la possibilità di vivere un presente, che ha valore, con la prospettiva di lasciare un futuro migliore a chi verrà dopo.
Perché non mettere in moto una nuova etica, una nuova morale, un nuovo gioco?.
Il futuro di Latina, si giocherà sicuramente intorno ai suoi punti deboli, sulla capacità di saper ricucire le sue diverse parti e la capacità di inventare nuovi spazi, nuovi luoghi. 
Massimo Palumbo
Curatore
Premio d’Architettura Ernesto Lusana
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da Secondo
PREMIO ERNESTO LUSANA
Latina Aprile 2002