giovedì 22 febbraio 2018

VINCENZO LATINA_A LATINA




VINCENZO LATINA

….Oggi le nostre città presentano centri storici, troppo spesso sottoposti a recuperi architettonici retorici e periferie diventate vere e proprie giungle urbane. Una distinzione sbagliata e sulla quale gli architetti dovrebbero lavorare per ricucire questa frattura….
….l’architettura deve prendere coscienza della propria potenza espressiva ed evocativa, deve sempre considerare il contesto contemporaneo, ma anche tutte le stratificazioni che “stanno sotto”….
L’architettura quindi deve esprimere contemporaneità, ma anche rispettare e valorizzare contesto e storia di un luogo…
…l’architetto,  deve avere la sensibilità di percepire e cogliere il patrimonio invisibile e immateriale che ogni luogo ha, «per poi “cucire” interventi sartoriali, cucire gli edifici e cucire i tessuti».
Si potrebbe riassumere in questo modo la filosofia e il fare Architettura di Vincenzo Latina, che preferisce quello di architetto “sarto”, quando deve racchiudere in un’immagine la sua professione…




 Primo appuntamento del ciclo di conferenze dal titolo
“ …dovè l’architettura italiana  “  testimonianze del fare architettura   2018/2019
DOVE’ L’ARCHITETTURA ITALIANA
VINCENZO  LATINA
introduce
MASSIMO ROSOLINI  ARCHITETTO
PRESIDENTE ORDINE ARCHITETTI DI LATINA E PROVINCIA
…andare oltre
MASSIMO PALUMBO ARCHITETTO
DIRETTORE SCIENTIFICO DEL MAACK CASACALENDA_MOLISE

21 Febbraio 2018
ore 18,00
presso Foyer Teatro Comunale Gabriele D’Annunzio
LATINA
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Si dice: a  volte tornano ed in effetti a volte si torna. Tornano le persone e  tornano le passioni, che non ci hanno mai abbandonato.
 E’ bello,  essere qui per questo primo appuntamento del ciclo di conferenze sul
“ …dovè l’architettura italiana ?  “
testimonianze del fare architettura   2018/2019 ,
conferenze  promosse dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Latina.
Salutiamo l’Architetto Massimo Rosolini, Presidente dell’Ordine e lo ringraziamo  per questo incontro e per l’invito ad essere intorno a questo tavolo. 
All’Architetto Vincenzo Latina il nostro benvenuto a Latina .
Da anni lo sappiamo portare avanti un lavoro costante e rigoroso. Lo ricordiamo da quando il CNAPPC gli consegnò  il  premio quale miglior architetto italiano del 2015 e poi per altri importanti riconoscimenti.
Ricordiamo di averlo conosciuto sulle riviste, attraverso  il progetto del  Padiglione di accesso agli scavi dell'Artemision di Siracusa, dove la sua ….architettura esprime contemporaneità, ma anche rispetto e valorizzazione  del contesto e della storia di un luogo…  Vincenzo Latina è progettista di interventi, ove la filosofia e il fare Architettura, coincidono con quello di considerarsi architetto “sarto”, proprio per l’approccio singolare  che pone, nel ricostruire gli spazi e i vuoti urbani in particolare.   Quindi Latina a Latina,  anche se di persona, dobbiamo dire, abbiamo avuto il piacere di conoscerci, un paio di anni fa  in occasione di alcune sue visite al Maack, il Museo all’Aperto d’Arte Contemporanea di  Casacalenda nel Molise, museo di cui mi onoro  d’esserne  Direttore Scientifico.
Ricordo Vincenzo Latina che in quel pomeriggio, ci affascinò parlando del suo lavoro e delle utopie del fare Architettura.      Per noi erano  le Utopie al Maack!
Mi corre l’obbligo di ringraziare il Presidente Rosolini, per avere colto un nostro imput, che era poi l’augurio che gli facevamo in occasione della sua elezione alla guida dell’Ordine.
Gli auguravamo  una conduzione  capace di stimolare sempre più i valori etici del fare architettura così come le evidenziava  Salvatore Settis  nelle sue lezioni a Mendrisio. :….la città e il paesaggio incarnano valori collettivi essenziali per la democrazia… sia la città che il paesaggio,  formano un orizzonte di diritti a cui deve rispondere la responsabilità dell’architetto, perché il suo lavoro incide sull’ambiente e sul tessuto urbano, determina la qualità della vita quotidiana, modifica le dinamiche della società… Il libricino di Salvatore Settis  Architettura e Democrazia,  bellissimo, dovremmo ognuno di noi portarcelo dietro, come portafortuna.

Oggi, siamo qui, ed  in effetti come si diceva, ogni tanto ci si prova. Chi ci conosce sa che ogni tanto ci proviamo: a volte da soli, altre volte in compagnia ….e con risultati non sempre esaltanti….anzi.  Mi fa piacere ricordare gli anni, le stagioni di Arcipelaghi d’Architettura  o quelli della rivista La Casa di Pietra o  le tante fatiche per le edizioni del Premio Lusana. Tempo perso ?? Semi buttati al vento?  forse.. non sappiamo. ! Ci siamo in genere, per parlare della nostra città, di Architettura e del nostro territorio. Come non molto tempo fa…quando su invito di un caro collega, Paolo Costanzo,  fummo  invitati a salire sul piroscafo per Atene….L’immagine era suggestiva, una bella occasione, una bella compagnia; tante le intelligenze della città. Le motivazioni le stesse, ma l’entusiasmo e l’atmosfera  evocata dal piroscafo per Atene è un sogno  che purtroppo svanisce troppo presto.  Forse un'altra occasione persa per noi, per la città, e non se ne fece nulla.
Riunioni, incontri, discorsi infiniti con una particolarità:  l’hobby e l’esercizio, a guardarsi dietro, come sempre.   Dicevo, pensavo durante quegli incontri,  della necessità, e dell’urgenza , di uno sguardo più profondo, più lungo in avanti, per…andare oltre, per saltare il fosso se possibile. Ecco noi vorremmo che si andasse oltre l’orizzonte ristretto della città di fondazione.     E’ possibile??
Andare oltre e superare questa condizione culturale di impasse, di fermo, di sguardo perennemente retroverso.  Abbiamo terribilmente bisogno di agire, di osare. Dobbiamo cercare d’andare oltre la città ideale e…forse la città ideale costruita, non esiste se non nel nostro immaginario.
Quelle che la storia ci ha consegnato sono solo le città ideali disegnate: belle perfette, ma disegnate…raramente realizzate.  Importante la “ forma urbis”, la storia, la storia della nostra città : ci ha aiutato a capire chi siamo, ma poi, dopo non è consolatorio rimanere fermi ad ammirarci le ferite o peggio ancora a sognare cosa potevamo essere e non siamo.  Latina città del Novecento merita una visuale prospettica sua .  Poi qualcuno ti dice anche: attento le città di fondazione negano il loro destino....Ecco vorremmo avere strumenti, vedere, sapere e rispondere che non è così.
Ma sappiamo di una condizione qui a Latina, che ci racconta di pensieri ibernati. Il mondo che abbiamo intorno, al contrario muta e crea metamorfosi anche nel  modo di vedere, di pensare, di vivere.  Ed allora se questa è materia che non mette paura, se questa è materia non difficile da manipolare dovrebbe essere normale rigenerare, toccare i luoghi che viviamo e adeguarli alle nostre esigenze, alle nostre necessità. La città è fatta di segni e di volontà, volontà politiche e di scelte nuove, di cambiamenti. Le stratificazioni danno origine a nuovi sguardi a nuove interpretazioni per nuove strategie di trasformazione dello spazio urbano....
Sovrapporre, stratificare e lo spazio pubblico deve essere inteso come complesso di relazioni.  Relazioni e nuovi racconti.
Solo producendo narrazioni e sguardi politici diversi si possono immaginare strategie, reti e città possibili..... Forse a volte ci si ripete, e ce ne scusiamo: quando gli argomenti sono questi, torna sempre alla nostra mente…..Zora, una delle città invisibili di Italo Calvino obbligata a restare immobile e uguale a se stessa…Zora languì, si disfece e scomparve.
Mi è capitato anche in diverse occasioni di leggere:   le città di fondazione sono...un falso storico !  Sarà vero? Non so sinceramente è un nodo che non sono riuscito a sciogliere. Però dico: guardiamo avanti e progettiamo “futuro”. Chi ha avuto ragione dalla storia ha reinterpretato luoghi e simboli e comunque la storia è fatta dal sovrapporsi di segni a volte in continuità,  altre in contrapposizione e comunque sempre a dare senso alla storia degli uomini.
Andare oltre…. sapendo bene che  la ricerca della perfezione urbana è un obiettivo improprio per il significato insito di “città”. Le nostre citta non sono altro che il risultato di stratificazioni…..e di luoghi da raccontare.
Diceva Giancarlo Bovina, che qui a Latina tutti conoscono : “Esplorare per me significa ritrovare la sacralità del luogo. “
“….la sacralità dei luoghi…..”  è quello di cui abbiamo bisogno.  Può sembrare strano, ma abbiamo bisogno di luoghi, di storie, di racconti e di nuove narrazioni…. .
……musicisti, poeti, scrittori e pittori evocava Paolo nella sua proposta programmatica per un viaggio verso Atene .
E proprio  in quei passaggi  pensavo alla  “cultura” in genere, come chiave di lettura del nostro essere, del nostro vivere… e in alcuni appunti lasciati sul piroscafo,  citavo  Vincenzo Latina.
Alla domanda che veniva fatta a Vincenzo Latina : ….di cosa oggi abbiamo bisogno per costruire le nostre città e per poter fare architettura ….. Lui, così rispondeva : “…..Abbiamo bisogno d'immaginazione e non di immagini. La poesia  strabordante di suggestioni, è anche maestra d'architettura. Se vuoi apprezzare sino in fondo l'architettura, nella sua essenza, allora devi comprenderne la sfera onirica. La letteratura come la poesia…..ed ancora,  quali i riferimenti per il  prossimo progetto? …..Non immagini, ma suggestioni! ….perchè ti fanno vedere l'invisibile con l'occhio della mente. "……
Parole condivise quando le lessi la prima volta e che mi piace riportare anche qui . Oggi più che mai le città diventate periferie infinite, sembrano aprirsi a possibilità nuove, ad aperture utopistiche per un possibile progetto urbano e l’avere noi di Latina un centro storico abbandonato a se stesso, o una  periferia vasta  da ordinare, da rigenerare, ci fa pensare che tutto questo non può essere che una risorsa e non un limite.
Risulta di grande suggestione il vedere lo skyline di area vasta, dalle colline dei Lepini con i suoi centri storici fino ad arrivare giù al mare e rileggerne attentamente, il profilo inseguendo il filo della sua storia  e le sue vocazioni.
Questo per noi significa avere “consapevolezza dell’essere ”  e  “consapevolezza del fare”  sapendo che la materia è molto complessa.  Ci porta anche a fare delle provocazioni e  dire che 2x2 può fare anche cinque. L’equazione del vivere umano quasi sempre non è mai perfetta ma  è piena di varianti. Il “paesaggio culturale”  che ci appartiene  è lo specchio della nostra immagine, fatta  di spazi infiniti, pianeggianti, di acqua.. di eucalipti, di mare…e del silenzio… ed ancora di vuoti, di persone vive con  le proprie tradizioni, le proprie usanze, il proprio essere e  le tante  ricchezze di vita vissuta da mischiare.  Da Enea a Pasolini  da Mater Matuta  ai giorni d’oggi  è una storia umana infinita,  di miti e di uomini che hanno fatto e attraversato questo territorio.
La domanda : …ma quanti l’hanno “attraversato”?
Tanti, sicuramente  tanti per un luogo portato all’accoglienza. Solo questo potrebbe essere matrice  di una grande architettura  di un sito significante ed altamente evocativo.
Per la nostra città, allora, attendiamo un sanifico corto circuito e poi aneliti di contemporaneità, oltre a   volontà... visionarie.....Ottantacinque  anni dopo l’epopea della bonifica,  quasi un secolo è trascorso.  Ed oggi è tempo per riflessioni e sguardi visionari. Tempo per nuovi segni, capaci di rilanciare il messaggio della modernità rappresentato proprio all’inizio del secolo scorso, dalla fondazione delle città nuove.


E’ questo il  momento….dell’andare oltre…
e vorremmo emulare  i greci, raccontati da Senofonte,  i quali arrivati  sul monte Teche e raggiunta  la cima.. alla vista del mare, esplosero in grida di gioia immense…THALATTA, THALATTA!! …mare mare !!
e anche noi, perché no…..vorremmo vedere, la nostra città Latina con un suo disegno, un suo essere, che svolge con autorevolezza  il suo ruolo, l’essere capitale del  proprio territorio: la città pontina.
Latina un nome, per una città antichissima.

Grazie per l’attenzione.

massimopalumbo
Latina 21.02.18